La regione Lazio ha diramato un comunicato in cui è emerso un caso di peste suina a Roma che sta preoccupando gli allevatori. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Si è registrato negli ultimi giorni un caso nella capitale del virus. L’emergenza è scoppiata in seguito all’aumento e agli avvistamenti di cinghiali nelle zone abitate della città. A lanciare l’allarme è stata la Coldiretti, mentre i canali ufficiali della regione hanno comunicato la disposizione della “zona rossa”.
Torna la paura della peste suina africana in Italia. Questa è una malattia virale contagiosa che colpisce i suini domestici e i cinghiali, causando un’elevata mortalità. Bisogna specificare che non colpisce le persone. La prima volta è stata rilevata all’inizio del 1900 in Africa, la patologia si è diffusa a macchi di leopardo in paesi dell’Asia e dell’Europa.
La presenza da qualche mese di cinghiali nel territorio romano, sta preoccupando i cittadini. Ma adesso l’emergenza più grande è tra gli allevatori che già da qualche anno stanno sollecitando la politica e l’amministrazione nel prendere dei provvedimenti efficaci contro questo proliferare degli ugulati. L’emergenza più grande adesso riguarda proprio la peste suina.
È allarme nella Capitale a causa del primo caso di peste suina dell’Insugherata che si è verificato nei giorni scorsi. Il presidente della regione Lazio ha firmato un’ordinanza in cui ha disposto delle misure stringenti ed ha segnalato la zona infetta. Un’azione che ha come obiettivo quella di contenere e contrastare il prima possibile il virus che sta gettando nel panico gli allevatori.
Secondo l’ordinanza emessa dalla regione, c’è una intera “zona rossa” che verrà sorvegliata costantemente per liberare l’area dai cinghiali. Inoltre si provvederà al campionamento e alle analisi di possibili eventuali carcasse, oltre che al loro smaltimento in sicurezza. Tutta la zona sarà segnalata alla popolazione da dei cartelli disposti sul territorio, in cui sarà vietato alle persone dare cibo agli animali, organizzare eventi o fare pic nic.
Come si legge sul portale di Tgcom24, l’amministrazione comunale dovrà provvedere a recintare tutti i cassonetti dei rifiuti. Una azione per cercare di inibire i cinghiali dall’avvicinarsi. Ci saranno inoltre anche dei controlli mirati presso gli allevamenti di suini e animali nella zona. Per quanto riguarda invece le aree fuori da quella considerata “infetta”, verranno identificate come “zona di attenzione”.
Per quanto riguarda la zona infetta, si legge che questa ha una estensione di circa 5 mila ettari. Pare inoltre che al suo interno siano comprese alcune aree protette, tra queste c’è una parte del Parco di Veio, una porzione dell’Insugherata (dove c’è stato il primo caso di virus), tutta la superficie del Parco del Pineto ed infine la riserva di Monte Mario.
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