Antonino Cannavacciuolo ha rivelato pubblicamente delle parole che gli sono state dette e che lo hanno fatto crescere e diventare quello che è oggi. Un insegnamento che si è portato dietro per tutta la vita.
Lo chef napoletano non solo è una star nelle cucine, ma anche un volto televisivo amato e seguito da tutti. In questi anni si è fatto conoscere non solo per le sue prelibatezze, ma anche per il suo carattere forte e deciso. Una carriera piena di soddisfazioni per il “gigante” dei fornelli che deve il suo percorso ad una persona speciale.
Antonino Cannavacciuolo è uno degli chef stellati più popolari in Italia. È il volto di Villa Crespi oltre che essere un noto personaggio tv, dove per anni è stato giudice di Masterchef ed è il protagonista di Cucine da incubo. Durante tutta la sua carriera si è portato dietro le sue radici napoletane, esibendole sempre con grande orgoglio.
Recentemente è diventato imprenditore, dove ha aperto un ristorante-resort a Vico Equense, un comune nel napoletano. Un percorso che deve principalmente al padre, colui che lo ha avvicinato ai fornelli e lo ha iniziato alla professione. Proprio lui è stata la persona che gli ha dato il più grande insegnamento.
Antonino Cannavacciuolo padre: l’insegnamento importante
Antonino Cannavacciuolo è profondamente legato al padre Andrea, anche lui chef che lo ha iniziato alla carriera culinaria. Non tutti sanno che il papà dell’ex giudice di Masterchef era un insegnante all’Istituto Alberghiero di Vico Equense. Ha insegnato per oltre vent’anni per poi andare in pensione.
Antonino, parlando del genitore, ha raccontato che è anche merito suo se è diventato quello che è oggi. Cannavacciuolo ha ammesso che quando ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo culinario, il padre gli diceva sempre: “Fatti vantare, non ti vantare mai”, delle parole che gli sono rimaste dentro per sempre.
Ha poi rivelato che, quando nel 2002 ha conquistato la sua prima copertina con la recensione che affermava: “Probabilmente il miglior ristorante di Italia”, gli è scesa una lacrima. A quel punto è andato dal padre con il giornale in mano per fargli leggere quello che avevano scritto su di lui.
A quel punto il padre non gli disse “bravo” o si complimentò, ma lo ha spronato a fare di più. “Se è vero quello che c’è scritto ci deve essere un seguito sennò non vale niente”, gli aveva detto. Un insegnamento tale che lo ha spronato sempre di più ad alzare l’asticella e superare i suoi limiti. Tanto che oggi i suoi menù sono tra i più richiesti della penisola.