Era nell’aria già da tempo, ma adesso è ufficiale: multe per chi rifiuta pagamenti digitali con Pos. Ecco tutti i dettagli: a quanto ammontano le sanzioni e da quando entra in vigore la norma.
Sanzioni pesanti per le attività e per tutti i professionisti che rifiutano pagamenti di qualsiasi importo con carte di debito, credito e prepagate. Lo ha stabilito in precedenza il Decreto Recupero, ma adesso c’è una grande novità: la norma entrerà in vigore con largo anticipo rispetto a quanto era previsto inizialmente. Andiamo a vedere i dettagli.
Le aziende, i negozi o i professionisti (come medici, avvocati, architetti, ecc.) sono ora tenuti ad accettare i pagamenti digitali da parte dei clienti, un’ipotesi che era sul tavolo già da parecchi mesi, ma che adesso diventa realtà. Questo fa parte della mossa del governo per rendere l’Italia una paese con una economia dove circola meno liquidità.
Sebbene l’obbligo di accettare tali pagamenti fosse già stato stabilito dal governo Monti, fino ad ora non erano state ancora introdotte sanzioni in caso di mancato rispetto della norma. Sarà il consumatore stesso che dovrà denunciare l’esercente che rifiuta l’utilizzo del POS. Poi servirà un sopralluogo da parte delle forze dell’ordine, che dovranno intervenire per procedere alla sanzione.
Pagamenti digitali multe: ecco da quando
Il Decreto Recupero era stato approvato già a gennaio 2022, ma adesso c’è una grande novità. Se inizialmente il governo aveva previsto che la norma sarebbe entrata in vigore dal 1° gennaio 2023, adesso ha cambiato idea. L’esecutivo trainato da Mario Draghi ha deciso che il provvedimento entrerà in vigore dal prossimo 30 giugno 2022.
Secondo quanto si legge su Fan Page, la norma stabilisce una sanzione minima di 30 euro, maggiorata del 4% del valore dell’operazione. In poche parole il decreto stabilisce una doppia sanzione: 30 euro di base e il 4% della somma che il professionista deve ricevere dal proprio cliente.
Il testo adesso è passato al Parlamento che entro sessanta giorni di prassi dovrà convertirlo in legge. Il governo, per cercare di far passare la norma, potrà fare leva sull’utile strumento della “fiducia”, per evitare spiacevoli sorprese. La palla però passerà prima alle commissioni, dove c’è il primo confronto tra i parlamentari in merito agli emendamenti ed in base al loro schieramento politico.
Quello che è certo è che il provvedimento rappresenta un ulteriore inasprimento da parte del governo sull’utilizzo del contante e un incentivo ad aumentare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili. L’obiettivo di questa politica è quella di favorire l’emergere dell’economia sommersa e stimolare lo sviluppo tecnologico modernizzando la società e l’economia.