Modello 730, attenzione a questo errore: potreste restituire fino a 1.620 euro

Il modello 730 è sempre qualcosa di molto problematico. Ci potrebbero essere, infatti, conseguenze negative. Ecco a cosa stare attenti.

Per i lavoratori, la situazione dei contributi può rappresentare un problema. Soprattutto se, con il modello 730, si pensava di andare a credito e non a debito. Nel primo caso, infatti, il contribuente avrebbe dovuto ricevere un rimborso in busta paga. Cosa che non avviene se si è in debito, dato che lo stipendio verrebbe dimezzato dall’IRPEF.

IRPEF, soldi
Fonte foto: AdobeStock

Tale situazione non è così insolita da come si possa pensare. Per i contribuenti, quest’anno, sono cambiate alcune situazioni. Il tutto è derivato dall’assegno unico universale che ha portato la fine delle detrazioni fiscali per coniuge e figli sotto i 21 anni.

La dichiarazione dei redditi 2022, però, si fa riferimento all’anno 2021. Anno in cui erano ancora permesse le detrazioni. Sappiamo come le dichiarazioni dei redditi siano il completamento del pagamento delle tasse. Quindi con il modello 730 ci si permette di avere una stima. Cosa che riguarda la trattenuta del datore di lavoro in busta paga. Se questa è inferiore a quanto dovuta allora si va a debito. Se ci sono state spese mediche, mutui, ristrutturazione e altro si può finire a credito. Con il Fisco che garantisce parte, o tutta, la somma dell’IRPEF versato. Ma, i contribuenti devono stare attenti ad una situazione in particolare. Ecco di cosa si tratta.

Modello 730, occhio al dettaglio: potreste restituire da 950 a 1.620 euro

Quello a cui bisogna stare attenti non sono solo le spese detraibili ma anche le detrazioni fisse. Il nostro focus, infatti, è sulle persone che sono a carico. Le detrazioni, in questo caso, sono indotte dal datore di lavoro sotto richiesta del lavoratore. Come possiamo immaginare, ci sono delle regole da rispettare. Per questo dobbiamo stare attenti, le conseguenze potrebbero essere molto negative.

Partiamo dal presupposto che un familiare è a carico quando non supera il limite del redito annuo. Così per avere la detrazione, bisogna fare precisa domanda e consegnarlo al datore di lavoro. Solo in questo caso ci sarà lo sconto sull’IRPEF. Questo permetterebbe di pagare meno tasse sul reddito da lavoro.

Quando, però, c’è una variazione occorre immediatamente informare chi di dovere. Ed è proprio in questo momento che bisogna stare attenti. Una mancata comunicazione può essere molto pericolosa. Per tale cosa, molti contribuenti si troveranno a debito con il Fisco. Alcuni, come possiamo immaginare, senza neanche saperlo. Di seguito i dettagli sulle detrazioni.

Le detrazione per i figli a carico

La detrazione in questo caso è di 950 euro. Diventano 1.200 euro per ogni figlio con età di massimo 3 anni. Si raggiungono i 1.350 euro per figli disabili sopra i 3 anni e i 1.650 euro per figli con disabilità sotto i 3 anni. Ma per avere diritto alle detrazioni ci deve essere un reddito annuo, in questo caso il 2021, di massimo 2.840,51 euro. Oppure sotto i 4.000 euro se si è in presenza di un ragazzo di massimo 24 anni.

Da come vediamo una discorso molto complesso. Anche perché la soglia è facilmente raggiungibile. Un lavoro saltuario ma anche una NASPI possono far superare le soglie citate. Cosa che porterebbe all’obbligo di restituzione delle detrazioni. Non solo questo ma dall’IRPEF arriva anche una riforma che permette di avere 65 euro in più al mese.

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