Emanuele Salce ha raccontato la sua infanzia difficile. Rappresentata anche dal compagno di sua mare. Uno degli attori più importanti al mondo.
La vita di Emanuele Salce non è stata sempre facile. Da piccolo la sua infanzia è stata segnata dal rapporto con il compagno di sua madre. Lui è nato a Londra dall’unione tra Luciano Salce e Diletta D’Andrea. Ma a due anni, sua madre si innamorò di un altro artista.
Stiamo parlando dell’indimenticato Vittorio Gassman. Infatti, come ha raccontato lo stesso Salce in un’intervista a La Repubblica, il loro rapporto non è stato qproprio positivo. Si pensi che, nel 1968, Gassman ha condiviso la sua quotidianità più con Emanuele Salce che con i figli Paola, Vittoria e Alessandro. L’attore nato a Londra ha raccontato che è stato con loro dai 2 ai 19 anni.
Salce ha raccontato che, quegli anni, erano i migliori di Gassman. L’attore era all’apice, era per tutti Brancaleone. Ma l’attore ha sottolineato del suo complesso e conflittuale rapporto con lo storico artista. Questo perché, nel privato, Vittorio Gassman era un uomo complesso. Un uomo che si trovava più a suo agio a teatro che in casa. Ma, ad un certo punto qualcosa è cambiato. Ecco cosa.
Emanuele Salce: chi è, età, vita privata e carriera dell’attore e regista
Emanuele Salce e il rapporto con Vittorio Gassman: “Il mio dolce carnefice”
L’attore ha svelato che il rapporto conflittuale era dettato dall’amore per la madre. È come se Gassman temesse Salce in questo caso. Questo perché, secondo Emanuele Salce, l’artista non comprendeva che sua madre potesse provare forti sentimenti per entrambi. La sua infanzia, quindi, si è divisa tra casa Gassman, Salce, la nonna e il collegi. Una situazione che, però, è decisamente cambiata e i due si sono ritrovati.
Il primo passo fu fatto proprio da Gassman. L’artista viveva un momento delicato condotto dalla depressione e quindi fu spinto a chiedergli scusa. Per spiegare quel momento Salce dice: “Conoscevamo Gassman, la malattia ci ha restituito Vittorio“. Dall’altra parte non trovò chiusura da parte dell’attore. In poco tempo tutto ritornò ad essere in ordine.
Lo stesso Salce ha parlato di una sindrome di Stoccolma che lo hanno portato a definire Gassman “Il mio amato carnefice“. Da quel momento, alcune situazioni cambiarono completamente. Negli ultimi anni del celebre artista, Salce gli fu accanto. Lo seguì nel lavoro, trasformandosi in una sorta di assistente e confidente.
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Emanuele Salce, anche da quegli insegnamenti, è diventato un nome importante per il cinema italiano. Tanti i suoi prodotti nelle vesti di regista e attore. Inoltre, si è diviso anche tra cinema e teatro. Segno di come la sua carriera sia non solo straordinaria ma anche luminosa.