Le inchieste possono stravolgere la vita di chi le conduce. Massimo Giletti lo sa bene. La sua vita è cambiata da un giorno all’altra. Ecco come.
La vita da giornalista non è sempre semplice. Ci possono essere argomenti e situazioni che possono segnare, in qualche modo, la propria vita. Il caso massimo che possiamo pensare oggi è quello di Roberto Saviano. Oppure, andando indietro nel tempo, al caso che ha portato alla morte di Giancarlo Siani. Insomma, ci sono vicende che segnano terribilmente.
Oggi, di situazioni simili, parliamo di Massimo Giletti. Noto giornalista e conduttore del programma “Non è l’Arena”. Il suo programma porta spesso degli argomenti molto forti. Le inchieste sono sempre al limite perché toccano questioni e persone che hanno un certo tipo di potere.
Proprio una delle inchieste portate alla luce del sole, hanno cambiato la sua vita. Ora vive in un modo totalmente cambiato rispetto al passato. Probabilmente, il giornalista piemontese vive una situazione di non ritorno. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Che studi ha fatto Massimo Giletti? Ecco il suo particolare percorso
Massimo Giletti sotto scorta: oggi vive così
L’inchiesta che Massimo Giletti e la sua redazione stava portando avanti riguardava la mafia. Nella fattispecie, si parlava dei numerosi boss scarcerati per l’emergenza Covid, alcuni erano al 41 bis. Molti lo ricorderanno perché fu uno degli argomenti principali per lungo tempo. Come vediamo, un argomento che per molti è inaccessibile.
Da quella inchiesta, il giornalista di Torino ha ricevuto pesanti minacce da un soggetto in questione. Dalle minacce si è passati presto ad un provvedimento molto serio. Si tratta della scorta per Giletti. Infatti, da quasi un anno e mezzo, il giornalista vive sotto protezione. Nonostante questo, però, non ha mai smesso di condurre e svelare inchieste, anche delicate.
Massimo Giletti forte critica alla sua rivale in TV: parole forti
Nella sua intervista rilasciata a “Tv, Sorrisi e Canzoni” ha rilasciato dichiarazioni molto importanti. Parole che fanno capire che, nonostante la situazione, si deve andare avanti anche se, nel finale, si avverte un pizzico di scoraggiamento. Ecco cosa ha detto: “Ho sempre pensato che non bisogna girare la testa dall’altra parte. Non vedo perché ora, che sono sotto scorta, dovrei non raccontare più ciò che c’è intorno a noi. La domanda che mi pongo è: ‘Perché lo faccio solo io?“.