Grande novità approvata dal Decreto fiscale per i lavoratori. Si potrà cumulare l’assegno di invalidità con una retribuzione. Ecco come.
Lo scorso 14 dicembre, la Camera ha votato la fiducia al decreto fiscale connesso alla manovra. 429 i voti a favore contro i 46 contrari. Una grande novità per chi riceve un assegno di invalidità civile ma ha anche un lavoro stabile e retribuito. Una decisione in controtendenza, invece, in riferimento ai soggetti percettori del reddito di cittadinanza.
Inizialmente la decisione dell’Istituto presieduto da Pasquale Tridico era stata quella della sospensione dell’assegno ai lavoratori. Neanche gli incontri con il ministro del Lavoro Andrea Orlando aveva cambiano la situazione. Nonostante la comunicazione INPS che negava la compatibilità, ora il Governo ha teso una mano verso questi soggetti.
L’assegno erogato dall’INPS comprende soggetti dai 18 ai 67 anni. Questi devono avere una capacità lavorativa parziale riconosciuta. La percentuale di invalidità va dal 74 al 99%. La mensilità, nel 2021, si aggira attorno ai 287,09 euro. A questo si aggiunge un limite reddituale annuo. Questo deve essere slegato dallo status di disoccupazione riconosciuto. Fino a dicembre era di 4.931,29 euro. Il cambiamento che si ha ora, come riporta QuiFinanza, è sul requisito dell’inattività lavorativa. Fino al 2007, la legge per assegnare l’invalidità richiedeva l’impossibilità di trovare lavoro.
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Assegno di invalidità: potranno ottenerlo anche i lavoratori
La legge numero 247 del 2007 ha imposto il requisito di stato di inoccupazione. Questo era inteso coma il non poter svolgere l’attività lavorativa. La situazione poteva cambiare e infatti si richiedeva di fornire la posizione personale all’INPS ogni anno. Dall’altra parte, l’INPS ha sempre riconosciuto, a chi non lavorava, lo stato di inoccupazione. Ai lavoratori dipendenti con un reddito non superiore agli 8.145 euro. Ai lavoratori autonomi fino a 4.800 euro.
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Questa era la situazione fino a quando la Corte di Cassazione ha indirizzato il tutto verso una direzione opposta. In sintesi, qualsiasi attività lavorativa e, quindi, qualsiasi reddito non dava accesso all’assegno di invalidità. Cosa che ha portato l’Istituto Nazione di Previdenza Sociale, tramite il messaggio n. 3495, ad intraprendere questa strada. Rimodificando il criterio dell’inattività e allontanandolo dalla disoccupazione e dai limiti di reddito. Ora, però, con la normativa approvata le cose cambiano. Il cumulo sarà possibile permettendo così una svolta anche a persona con difficoltà. Il tutto tenendo presente il reddito segnalato in precedenza.