Conto corrente, pignorato con pensione accreditata? Ecco cosa succede

Il caso di pignoramento di un conto corrente è molto complesso. Ma cosa succede se sul conto vengono accreditate la pensione o la Naspi?

Conto corrente (AdobeStock)
Conto corrente (AdobeStock)

Ci possono essere delle vicende che portato ad un pignoramento del conto corrente. Una situazione molto complicata che si fa più difficile se sul conto vengono accreditate la pensione o l’indennità di disoccupazione Naspi. Il primo pensiero che potrebbe arrivare è quello di non poter ricevere denaro fino all’udienza.

Come possiamo immaginare, è una situazione davvero instabile. Può portare tanti dubbi al soggetto che vede il pignoramento del conto. Possiamo subito dire che ogni caso fa storia a se. Ma, il punto da memorizzare è che, al di là della somma percepita, al soggetto spetta comunque il classico “minimo vitale“. Come riportato da il Giornale, questo sarà pari all’assegno sociale. Con un aumento della metà.

In questo anno, l’assegno è stato di 460,28 euro. Quindi il minimo vitale sarà di 690,42 euro. La parte pignorabile, quindi, risulta essere quella eccedente l’ultima cifra segnalata. Con una pensione da 1.000 euro, ad esempio, la cifra pignorata sarà di 309,58 euro.

Conto corrente pignorato con pensione o Naspi: ecco cosa succede

Se già la questione del pignoramento è complessa. Lo diventa ancor di più se sul conto è accreditata la pensione o la Naspi. La risposta ci viene fornita direttamente dall’articolo 545 comma 8 del codice di procedura civile.

Ecco cosa dice: “Le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, nonché a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione, o di assegni di quiescenza, nel caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate, per l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale. Quando l’accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento“.

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Nell’articolo si parla di data anteriore. Diverso il discorso se l’accredito è arrivato il giorno del pignoramento o dopo. In quel caso la cifra pignorata dovrà rispettare il limite di 1/5. Dunque, una volta messo in atto il pignoramento non si potrà fare nessuna operazione fino a quando il giudice stabilità la cifra pignorabile dai creditori.

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