Da un recente studio potrebbe essere il viagra ad aiutarci contro una patologia che non ha ancora una cura. Una ricerca che potrebbe lasciare una speranza.
Ancora oggi ci sono delle malattie che non hanno una soluzione. Quando arrivano, il soggetto non può fare altro che rifugiarsi nella speranza che la situazione non degeneri presto. Una di queste è la malattia di Alzheimer. Questa, attualmente, non ha ancora una cura. I numeri dei soggetti colpiti da questo morbo sono altissimi e non accennano a fermarsi.
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza. Coinvolge la memoria e anche le abilità intellettuali. Cosa che porta, praticamente, ad ostacolare qualsiasi azione quotidiana. Come detto, oggi ancora non è possibile avere una cura a disposizione. Ma una ricerca recente pubblicata sulla rivista Nature Aging ha acceso una piccolissima speranza. E, il protagonista di un possibile aiuto, potrebbe essere il viagra. Ecco lo studio nei dettagli.
Viagra, potrebbe essere la soluzione all’Alzheimer?
Tutti sappiamo che il viagra viene usato per la disfunzione erettile e anche per alcuni casi di pressione alta. Ma, secondo lo studio, la sua azione potrebbe essere quella di aiutare la salute del cervello. Anche attraverso la riduzione di quelle proteine considerate tossiche. Ed è proprio in questo ambito che si muove la ricerca svolta.
Il campione di riferimento parla di circa 7,2 milioni di americani. I ricercatori hanno visto che, chi assumeva regolarmente la pillola blu, aveva il 69% di possibilità in meno di ammalarsi. Il tutto in un tempo che riguarda i sei anni successivi. Da sottolineare come questo sia solo un possibile inizio. Per confermare i benefici reali ci vorranno altri studi. E, come detto, non esiste ancora una cura contro l’Alzheimer ma tale ricerca potrebbe lasciare un piccolissimo spiraglio di speranza.
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Lo studio è chiaro ma non deve in nessun modo essere frainteso. Per trovare una possibile cura serviranno ancora tanti altri test. D’altronde se ancora oggi non si ha una cura, un motivo ci deve essere. Non è facile sapere come intervenire nonostante i malati di Alzheimer siano tantissimi.