Si tratta di una vera e propria emergenza vetro. I produttori di vino descrivono di uno scenario difficile. Ecco perché potrebbe non esserci nessun brindisi a Natale.
La situazione attorno al vetro è molto complessa. Da Federvini è arrivato un allarme che riguarda le bottiglie di vetro. Sappiamo bene come la pandemia abbia ostacolato più settori. Rendendo tutte le produzioni molto difficili. In questo caso, i problemi riguardano ritardi di produzione, i trasporti via terra e concorrenza sui container.
La situazione è intricata e l’allarme è partito dai produttori di vino di tutto il mondo. La soluzione, però, non pare palesarsi. Questo perché il problema non è solo il vetro ma anche altri aspetti. Come detto prima, i trasporti. Anche le bottiglie vanno trasportate. A maggior ragione se all’interno contiene vino che non può star lì a riposare. Si aggiunga a tale scenario che le fornaci in occidente sono considerate come inquinanti.
L’emergenza vetro, dunque, può avere anche conseguenze sul vino. Non a caso. Phil Long, proprietario di Logevity Wines ha detto all’Insider Business come il rischio sia quello di avere vini usciti da una segheria. Problema, dunque, serio e che potrebbe ritrovarsi presto sugli scaffali. Cosa che potrebbe mettere a dura prova il classico brindisi di Natale.
Come abbiamo detto, l’allarme riguarda tutto il mondo. Micaela Pallini, presidente di Federvini ha dichiarato a Repubblica: “Gli agenti di vendita segnalano ogni giorno ritardi nell’arrivo della merce”. Sull’allarme Natale aggiunge: “Una piccola allerta. La ripartenza c’è stata, l’e-commerce, per quanto ancora su piccoli volumi, ha dato una grande mano. Il problema, adesso, è far arrivare le consegne”.
Un problema non da poco se si aggiunge quello dei rincari. Soprattutto quello del gas che si è spinto fino al 500%. In questo settore, il gas è fondamentale ma i costi di un consumo ogni giorni e in ogni ora sono davvero altissimi. Tale cosa rende ancora più difficile il tutto.
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A mancare non sono solo queste condizioni. I problemi riguardano anche il packaging, tappi, plastica e cartone. Dunque, nonostante l’ottima ripresa di quest’anno il problema resta. I prodotti non hanno le condizioni necessarie per essere venduti e spediti. La risoluzione del problema, però, non pare vicina.
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