Il mondo dello spettacolo e del giornalismo italiano piangono la morte di Giampiero Galeazzi. Ecco il motivo perché lo chiamavano “Bisteccone”.
Il giornalista sportivo Giampiero Galeazzi è morto oggi, venerdì 12 novembre, a 75 anni, compiuti il 18 maggio scorso. Lascia la moglie Laura ed i figli Susanna e Gianluca che fanno il suo stesso lavoro. Si è spento dopo aver combattuto per lungo tempo contro il diabete, lasciando il mondo del giornalismo orfano della sua professionalità.
Tantissimi sono i colleghi ed amici che lo stanno ricordando in questo momento. Per tutti era soprannominato il “Bisteccone” ed era un volto molto popolare tra gli spettatori del piccolo schermo, in quanto ha lavorato per tantissimo tempo in Rai, conducendo programmi sportivi come la Domenica Sportiva.
Per tantissimi anni, infatti, ha prestato la sua voce riconoscibile e potente alle tantissime telecronache, raccontando le più grandi imprese sportive: da quelle calcistiche alle Olimpiadi che hanno reso protagonista l’Italia. Ma vediamo il motivo che c’è dietro il suo soprannome che gli è stato simpaticamente attribuito.
Perché Giampiero Galeazzi era chiamato Bisteccone?
Il motivo per cui il cronista sportivo era chiamato “Bisteccone” è facilmente intuibile. Il soprannome deriva proprio dalla sua stazza e dal suo fisico che non era proprio un fuscello. Proprio questo gli ha causato il diabete, una malattia con cui ha lottato per anni.
Il soprannome gli venne dato negli anni Settanta, poco prima del suo accesso in Rai. Gli fu dato da Gilberto Evangelisti che, rivolgendosi al collega Renato Venturini (che introdusse il cronista sportivo nella tv di Stato), disse: “Ma chi è sto Bisteccone?”, riferendosi proprio a Galezzi trovandoselo di fronte. Da questo momento, il giornalista è diventato per tutti “Bisteccone”, un soprannome che lui ha accolto sportivamente e scherzosamente.
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Eppure, forse non tutti sanno, ma il giornalista era un atleta molto talentuoso. Giampiero, infatti, era un professionista nel mondo del canottaggio, una disciplina che lo ha reso campione d’Italia sia nel singolo che nel doppio con Giuliano Spingardi. Il Circolo Canottieri Roma, dove si allenava, è sempre stata considerata da lui la sua seconda casa.