L’amicizia tra Valentino Rossi e Marco Simoncelli era un qualcosa di unico. Il nove volte iridato ha voluto ricordare il Sic con un sorriso.
Valentino Rossi e Marco Simoncelli, due splendidi piloti italiani che erano legati sia dentro che fuori dalla pista. Il loro destino si è maledettamente incrociato sulla pista di Sepang, in Malesia, il 23 ottobre del 2011, quando la loro amicizia terrena fu costretta ad interrompersi.
Durante quella gara, il Sic perse il controllo della sua Honda Gresini, e nel tentativo di recuperarlo tagliò verso il centro della pista: in quel momento stavano transitando Valentino Rossi su Ducati e Colin Edwards con la Yamaha, che non poterono nulla per cercare di evitarlo.
L’impatto delle due moto contro il corpo di Marco fu devastante, portandogli via addirittura il casco e lasciandolo praticamente morto in mezzo alla pista. Le lacrime del “Dottore” nel box fecero capire subito quella che era la situazione, con il decesso del pilota di Coriano che venne infatti annunciato pochi minuti più tardi.
In un’intervista di qualche anno fa, Paolo, padre di Marco, raccontò della nascita dell’amicizia del figlio con Valentino Rossi: “Con Vale iniziò tutto alla Cava, Marco chiese di poter fare qualche giro e la giornata fu molto difficile. Marco prese un bel distacco da Valentino, ma non stava dando tutto perché voleva imparare da quello che sarebbe diventato il suo maestro“.
“In pochi giri però, iniziava a migliorare, girando sempre più veloce. Alla Cava nacquero i primi rapporti con Vale, l’amicizia tra di loro è stata bellissima e continua ancora oggi, anche se purtroppo manca uno dei due“. Papà Paolo riesce sempre a ricordare il figlio con quel mix tra simpatia e malinconia, consapevole che quello che è andato perduto era un qualcosa dal valore inestimabile.
Il decennale della morte di Marco si è celebrato appena una decina di giorni fa, e Valentino ha avuto modo di parlare molto del Sic, ricordandolo per quello che era. Il “Dottore” ha rivelato che l’assenza di Simoncelli pesa come il primo giorno, ma continua a sognarlo ed immaginarlo molto frequentemente: “Sogno spesso il Sic, mi sembra di averlo visto poco tempo fa e quando rifletto che sono passati già dieci anni beh, la cosa mi appare davvero incredibile“.
La spontaneità di Marco era ben nota, lo contraddistingueva in ogni contesto ed era genuina, in grado di strappare sempre un sorriso: “Mi ricordo che in palestra negli spogliatoi si cambiava a turno tra maschi e femmine. Una volta, il Sic è entrato per sbaglio in quello delle donne. Ci sorprese tutti perché, invece di uscire, si fece la doccia tranquillamente in quello delle femmine” – ha rivelato Valentino Rossi.
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Di personaggi così al giorno d’oggi probabilmente non ce ne sono. L’unico che si avvicina a Marco è proprio il #46, che a Guido Meda ha rivelato la grande differenza presente tra i tempi attuali ed i suoi approcci alle corse: “Io ero abituato a dire quello che pensavo, non mi facevo problemi e mi piaceva così. Oggi, a causa anche dei social, devi stare attento a tutto quello che dici perché rischi di fare delle brutte figure. Prima era diverso“.
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