Sono giorni di “fuoco” che potrebbero trasformarsi nell’ennesimo infernale colpo di mannaia per i consumatori e possessori di bancomat.
La brutta notizia riguarda i possessori di bancomat. L’incubo di milioni di italiani, da tempo, quello che non ci fa dormire la notte, comincia con la lettera T. T come tasse. Non siamo forse stanchi di notizie su super “imposte” pronte a svuotare le nostre già magre tasche? Per quanto tempo ancora, si chiedono i malcapitati cittadini, “dall’alto”, dovranno estinguere le nostre finanze già ridotte al lumicino? Se poi si tratta di banche, il discorso va sempre a finire lì, dove il dente duole da tempo immemore. Le percepiamo le voci di chi non ce la fa più, di chi in piena crisi acuita dall’emergenza sanitaria non arriva a fine mese e soprattutto prende atto che “i signori del denaro”, da una parte, hanno stretto le maglie sui prestiti. Dall’altra parte non ci risparmiano nuove pesanti stoccate. Nuovi strali in arrivo, di quelli che ti colpiscono alle spalle, di quelli che fanno male e ti piegano in due dal dolore, per i cittadini. Udite udite, è in arrivo una nuova “terribile tassazione” sui possessori di bancomat.
Ami fare prelievi in contanti? Occhio alle “nefaste” spese che ne conseguono. Ma perché si decide, in questo particolare contesto storico, dove la media degli italiani se la passa non certo bene, di aggiungere ulteriori tasse a chi effettua prelievi dagli atm?
La risposta è semplice e diretta. In primo luogo per agevolare le transazioni cosiddette digitali, quindi i pagamenti sui pos, i bonifici on line etc. Insomma disincentivare l’uso del contante è il primo obiettivo. A volere tutto questo è l’Antitrust, che ha annunciato “l’infernale manovra”, ma non l’ha ancora messa in atto, rinviando tutto al prossimo aprile 2022. Che dite, ce la risparmieranno? In secondo luogo, la, tassazione colpirà in particolare i consumatori delle banche con meno sportelli e degli intermediari creditizi che operano tramite il canale online.
Chi più, chi meno, però, accadrà a tutti. I clienti delle banche che effettuano prelievi di contanti al bancomat saranno colpiti dalla super tassa che verrebbe incassata subito dalle banche e andrebbe a rimpinguare i bilanci degli istituti di credito.
Che bella notizia no? Continuare a mettere le mani nelle tasche degli italiani per sostenere “la causa” delle banche, piccole o grandi che siano. Chi e come ha voluto tutto questo, con la “lucida” regia dell’Antitrust che deve vedere e approvare tutto?
Ma lo hanno chiesto gli istituti di credito, ovviamente, che puntano ad eliminare la commissione interbancaria (mezzo euro), che verrà sostituita da una commissione stabilita da ciascun istituto di credito proprietario dello sportello automatico. In pratica ogni banca potrà decidere quale tassazione applicare al prelievo del proprio sportello.
Dimenticatevi quindi quella “felice normativa” che consente ancora oggi di non avere spese se si preleva ad un atm appartenente al circuito della propria banca, quella dove si possiede il proprio conto corrente. Se pensavate di essere fortunati in questo senso, adesso potete ufficialmente cambiare idea. Tale modifica avrà effetto negativi sui clienti: ciò penalizza la trasparenza e andrà a diminuire la concorrenza sul mercato.
La politica di aumentare le commissioni sui prelievi si allinea perfettamente alle scelte del Governo Draghi, che stanno puntando alla riduzione del denaro contante e all’incremento dell’uso della moneta elettronica.
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Come auspicato anche dalla stessa Agenzia delle Entrate in numerose circolari il ricorso ai pagamenti digitali potrebbe ridurre e contrastare l’evasione fiscale.
Ma tutto questo non gioverà certo alle tasche del consumatore medio, è bene che si sappia.
A cambiare la soglia massima per i pagamenti cash è stato il decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, che imposto il limite di 2.000 euro fino al 31 dicembre 2021, per poi dimezzare l’importo consentito dal 1° gennaio 2022.
Cosa cambia dal punto di vista pratico? In poche parole dal 2022 saranno consentiti pagamenti in contanti solo fino a 999,99 euro a un’altra persona o azienda.
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