La “tagliola” ha funzionato contro il Ddl Zan. Il decreto non è riuscito a superare questo momento. Caso in Aula al Senato.
Il decreto elaborato da Alessandro Zan sta subendo sempre più un certo ostruzionismo. Ricordiamo che il decreto servirebbe alla prevenzione e contrasto per le discriminazioni, che siano in ambito di sesso, genere o disabilità. Un decreto di cui si parla da tanto e che oggi ha visto negarsi l’esame degli articoli e degli emendamenti.
Il decreto ha sempre attirato, del tutto immotivatamente, tante discussioni. Però, ora ha subito un brutto stop imposto dalla “tagliola”. Infatti, la legge è arrivata nell’Aula del Senato che ha votato in favore della “tagliola”. Cosa chiesta dalla Lega e da Fratelli D’Italia. A favore ci sono stati 154 senatori, 131 contrari e 2 astenuti.
Molte sono state le polemiche soprattutto per la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Come riporta il Corriere della Sera, lei ha dato il via alle due richieste e ha definito ammissibile il voto segreto chiesto da Calderoli della Lega e La Russa di Fratelli d’Italia.
La reazione di Alessandro Zan
L’autore della legge ha subito sottolineato come il tentativo della Lega sia stato fatto per affossare la legge. Zan aveva chiesto di non precedere con il voto segreto perché “avrebbe potuto uccidere la legge“. Ad aumentare la rabbia è anche il fatto che l’esame del provvedimento, approvato dalla Camera, ha subito una interruzione lo scorso 20 luglio per la pausa estiva. E senza accordo non si è proseguiti oltre.
Ddl Zan saltato: caos in Aula
Le maggiori contestazioni sono arrivate dal Partito Democratico, Movimento 5 stelle e Leu. I partiti hanno contestato la presidente e la sua decisione sul voto segreto. Nulla è servito visto che la Casellati ha comunque concesso che la votazione avvenisse in maniera segreta.
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Il testo dovrebbe ritornare in commissione tra sei mesi. Anche se quanto accaduto è un durissimo colpo per il decreto Zan. La volontà di chi ha proposto la “tagliola” è quella di andare al voto. Il testo tornerà in commissione e dovranno passare almeno 6 mesi per essere di nuovo discusso in Senato. Vedremo se la situazione sarà cambiata così da permettere l’autorizzazione del testo.