La psicologia ci spiega come mai, in amore, un legame tra coppie più intimo e stretto. Un ponte tra due persone a tratti inaspettato ma davvero stupefacente.
Qualsiasi persona spera di trovare la persona con cui si incastra perfettamente. Con cui avere un legame unico, forte, stabile e duraturo. Non si parla della solita emozione, ma qualcosa che va oltre e che permette di condividere larghi tratti della propria vita con un’altra persona.
Questo, però, non è assolutamente facile da raggiungere. Chi ci riesce trova il famoso ago nel pagliaio. Per chi ha la fortuna di riuscirci, assume automaticamente tanto benessere. Non solo fisico ma anche psicologico. Studi scientifici hanno sottolineato come rapporti di un certo tipo siano importanti anche per la memoria e processi cognitivi.
Un legame forte va ad impattare considerevolmente su quello che in psicologia è chiamata “Teoria della cognizione“. Tale teoria indica come pensiero e attività dell’encefalo non risiedono solo nel cervello. Sono diffusi in quelli chiamati ‘artefatti cognitivi‘ che si lega, inevitabilmente, all’ambiente in cui vive la persona.
Un legame forte aiuta in amore: la psicologia dice sì
Ed è proprio la psicologia a dimostrare come avere un legame intimo e forte aiuti realmente le coppie. Come riportato dal sito proiezionidiborsa.it, alcune coppie che sono state chiamate ad evocare momenti passati, hanno stupito tutti. Sono riusciti ad evocare ricordi che si completavano a vicenda. Racconti ricchi di spunti e di sfumature e che permettevano di avere qualche riflessione in più ed essere oggetto di discussione.
Sicuramente, alla base di un rapporto forte c’è la comunicazione. Questa più è ampia e più permette di avere benefici nella coppia. Soprattutto nella memoria episodica. Tale memoria permette di evocare uno specifico evento e raccontarlo a 360 gradi.
LEGGI ANCHE >>> Sogni, curiosità e dettagli ricorrenti sulle avventure notturne
Questo potrebbe spiegare come mai coppie che hanno vissuto insieme tanto tempo, hanno la capacità di ricordare meglio. Ed è lo stesso discorso sulla demenza. Quando le funzioni cognitive calano ad un soggetto poi si verifica lo stesso all’altro entro, circa, un anno.