Esiste una grave patologia, ritenuta ufficialmente tra quelle “a rischio” da parte dell’Inail: capace cioè di causare seri infortuni sul lavoro, ma nel contempo anche di compromettere non solo l’integrità fisica ma anche quella mentale e la produttività del singolo soggetto.
Le nostre condizioni fisiche, il nostro stato di salute, l’integrità che siamo capaci di “custodire” rispetto al trascorrere del tempo, delineano il quadro della serenità che ruota intorno alla sfera della vita privata e a quella lavorativa.
Non è mai banale ripetere e ripetersi “di volersi bene”, di prendersi cura di se stessi, per rendere al meglio nella quotidianità.
Goderci a pieno le cose della vita è una condizione di cui nessuno di noi potrebbe fare a meno. Così come essere capaci di rendere al meglio sul lavoro per ottenere i successi sperati rispetto agli sforzi profusi.
Una grave patologia che può compromettere la nostra vita lavorativa: ce lo racconta il rapporto Inail
Quando la salute viene a mancare, compromessa da patologie serie o addirittura gravi, salta come un bullone impazzito qualsiasi meccanismo che ci permette di tenere in perfetto equilibrio vita privata, lavoro. E naturalmente è a rischio la nostra serenità personale e quella delle persone che ci circondano.
Siamo per tanto tenuti a fare il possibile per evitare di incamminarci lungo pericolosi percorsi come fumo, obesità, alcolismo, che sono gioco forza l’anticamera di gravi malattie.
Dobbiamo e possiamo fare tutto per star bene, anche perché è l’unico modo per preservare la nostra salute, già seriamente compromessa ogni giorno da fattori che non dipendono direttamente da noi.
Nulla di scontato, quindi, nel darsi da fare per mettere al primo posto il proprio benessere, finalizzato al raggiungimento dei propri obiettivi.
Per non parlare poi delle negative conseguenze economiche che potrebbero compromettere la nostra vita nel caso del sopraggiungere di serie malattie.
Apnee notturne: come evitarle con un corretto stile di vita
Esistono, come dicevamo, secondo l’Inail, patologie molto serie che rischiano di compromettere la nostra integrità lavorativa, sia nel rapporto con gli altri, sia perché soprattutto possono causare gravi incidenti.
In un recente rapporto stilato proprio dall’Inail, tra le malattie all’apparenza meno conosciute, da tenere nella massima considerazione, c’è l’OSAS, ovvero Sindrome delle Apnee ostruttive del sonno.
Stiamo parlando delle gravi condizioni che portano alla chiusura parziale o completa delle vie aree durante il sonno, con episodi di breve durata intervallati da fasi in cui la respirazione riprende regolarmente.
Ad essere colpiti maggiormente sono gli uomini tra i 40 e gli 80 anni. E naturalmente fattori come l’obesità e il fumo, nonchè patologie croniche respiratorie pregresse, sono la principale causa che porta ad essere affetti da quella che va considerata una vera e propria malattia. Vediamo per quale ragione le apnee notturne possono causare, secondo l’Inail, gravi infortuni sul lavoro, arrivando a compromettere, in casi estremi, anche la nostra vita.
Lavori alla guida di mezzi delicati e pesanti: occorre essere sempre vigili
Naturalmente ci riferiamo a quei lavori dove l’attenzione deve essere sempre massima. In particolare quando conduciamo veicoli pericolosi, quando siamo alla guida di automezzi pesanti. Quando la nostra integrità è direttamente legata alla salute e all’incolumità di altre persone. Come quando siamo alla guida di un autobus pieno zeppo di passeggeri.
La fatica cronica, la debolezza, i possibili disturbi alla vista, possono infatti rappresentare la diretta conseguenza di apnee notturne. Durante queste ultime arriva scarsa ossigenazione al cervello.
La sonnolenza, la scarsa attenzione, inoltre, non sono indice di una immagine positiva. Questo accade anche laddove la nostra posizione lavorativa non include ruoli delicati, ma necessita comunque della massima efficienza.
Immaginate la mano di un infermiere o quella di un medico alla prese con questa patologia. Ma pensate anche chi ha responsabilità nell’ambito di una banca o di una azienda, dove la concentrazione deve sempre rimanere ai massimi livelli.
Per non parlare poi del contraccolpo economico che tutto questo comporta sulla nostra vita. Anche e soprattutto se dovessimo compromettere la nostra posizione conquistata dopo anni di fatica.
E naturalmente tutto si aggrava per ciò che riguarda, da una parte, costi sanitari diretti legati alla diagnosi ed alla cura. Ma dall’altra parte, anche, come già detto, possono piombare su du noi costi indiretti sociali, legati ad una scarsa produttività e assenteismo e non solo.
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Un ruolo di responsabilità e una scarsa efficienza potrebbero causare seri disagi economici a tutta l’azienda per la quale lavoriamo o di cui siamo a capo.
Intervenire eventualmente con ossigeno-terapie o l’utilizzo di un C-PAP possono essere una condizione indispensabile per curare questa patologia. Ma naturalmente, al primo posto, c’è il mantenimento di uno stile di vita “equilibrato” che può aiutarci ad evitare molte patologie, anche invalidanti, che possono presentarsi nell’età adulta.