Prevedere il futuro e scoprire cosa ci attende nei prossimi mesi dell’anno? E’ possibile in un certo senso soddisfare la nostra curiosità, e per farlo non abbiamo bisogno di oroscopi o segni zodiacali.
Vi racconteremo come adoperare un metodo molto più antico e decisamente “primordiale” per scoprire cosa ci riserva il domani.
L’autunno ci consente, dal punto di vista gastronomico, di “spaziare” in un panorama ortofrutticolo davvero più ricco e ampio, soprattutto se siamo appassionati di cucina. In questo senso fantasia e divertimento possono trovare di certo soddisfazione e terreno fertile. Molto di più, certamente, rispetto a quanto ci ha offerto l’estate, dove i prodotti della terra scarseggiavano decisamente. E se la frutta e la verdura nascondessero addirittura un metodo antichissimo per prevedere il nostro futuro?
Prevedere il futuro: le curiosità dell’incredibile cultura contadina
La chiave di volta, la somma risposta, secondo una straordinaria cultura contadina, è nascosta nei semi degli ortaggi e dei frutti. Non naturalmente di tutti, ma in particolare in quelli dei cachi, che finalmente tornano sulle nostre tavole a fare la loro apparizione da protagonisti. In particolare si tratta dei cachi mela, polposi, dolcissimi. E anche carichi di vitamine e sostanze benefiche, in un viaggio straordinario di sapore e salute tutto da vivere. In un autunno che diventa più che mai anche la stagione delle conserve.
A cosa servono i semi dei cachi? Non pensate a chissà quali misteri e a quali percorsi esoterici, niente previsioni stile cartomante su amore, denaro e salute. Rapportiamoci alla cultura “spicciola” contadina e pensiamo a quale poteva essere il loro primo pensiero. Ma le condizioni meteorologiche del futuro inverno naturalmente. E tutto questo era legato all’indispensabile necessità di capire che ne sarebbe stato del proprio raccolto con il freddo rigido, periodo di certo poco affine a determinate colture.
Prevedere il futuro: nei semi dei frutti la verità da scoprire
Insomma aprire i cachi e guardare al loro interno per scoprire cosa riservava l’inverno prossimo? Davvero si poteva? Certo, bastava aprire i frutti e tagliarli al punto giusto per raggiungere, all’interno della polpa, la scorza marrone del seme. Molto importante era utilizzare solamente cachi con semi maturi. Adesso era necessario recuperare i semi, perché al loro interno erano celate tutte le risposte che cercavamo.
Sarà curioso scoprire adesso che, aperto il seme, ci troveremo di fronte a un germoglio. Che avrà incredibilmente l’aspetto di una posata. Se all’interno del seme, il germoglio somiglia a un cucchiaio prepariamoci a un rigido inverno, all’insegna anche delle grandi nevicate. Ci toccherà insomma spalare. Se invece il germoglio ha le sembianze di una forchetta, bene, ci si dovrà aspettare un inverno molto mite con poca neve.
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Infine il seme potrebbe addirittura avere la forma di un coltello. E questo responso indicherà ancora una volta una stagione fredda caratterizzata da venti gelidi che metteranno a dura prova i più freddolosi.
I giorni della merla: mito o realtà?
Oltre a quella dei semi di frutti come i cachi, ci sono altre storie di “origine contadina” che sarebbe curioso riscoprire. Come i famosi “giorni della merla”, che stanno ad indicare gli ultimi freddissimi giorni di gennaio, apripista alla primavera. In quel tempo si racconta che, a causa del freddo, un merlo si rifugiò in un camino e ne uscì solo quando arrivarono i primi tepori primaverili, completamente ingrigito dalla fuliggine del comignolo. Che bella la cultura contadina, costruita su curiosità, aneddoti e uno stile di vita semplice, genuino, dove i pensieri ruotavano intorni ai beni primari, come la terra, la raccolta, il tempo.