Malattie croniche: siamo di fronte a un complesso e articolato mondo di patologie con annesse sofferenze, intorno al quale è doveroso informarsi.
Le malattie croniche sono una triste realtà, che potrebbero, nostro malgrado, entrare a far parte della nostra vita, anche e soprattutto in età avanzata. Ancor peggio è dover affrontare patologie debilitanti e invalidanti dalla nascita, quelle che non ci consentono di condurre un’esistenza normale, di non poter avere di fatto, le medesime possibilità degli altri nel mondo del lavoro, nella quotidianità. Tutto questo potrebbe essere l’inizio di un percorso, non sempre agevole, che ci condurrà alle agognate indennità, a cui si ha diritto, fino ad arrivare alla pensione di invalidità.
La categoria delle malattie croniche è svariata, e a seconda della patologia e della sua gravità, la nostra vita cambia totalmente aspetto. Per questa ragione, in ogni Paese civile che si rispetti, lo Stato e con esso il Ministero della Salute e la Previdenza Sociale devono fare il possibile per garantirci quel sostegno, quel supporto, non solo ospedaliero e farmacologico.
Parliamo di supporto economico, di quelle indennità a cui ogni malato ha diritto perché le sue possibilità lavorative non sono pari a quelle degli altri, perché a volte le spese mediche specialistiche hanno sempre un costo elevato che non rientra nelle cure ospedaliere. E soprattutto perché chi è inabile al lavoro e non ha nemmeno la possibilità di ottenere quelle posizioni aperte alle cosiddette categorie protette, va tutelato e supportato a 360 gradi.
Malattie renali croniche che costringono a una sofferta attività di dialisi a cui sottoporsi.
E ancora patologie cardiache, che tengono spesso l’esistenza appesa a un filo con i farmaci cosiddetti salvavita.
E parliamo sia di malattie dalla nascita, con persone che magari sono tristemente in attesa di trapianto. Ma ci riferiamo anche persone che hanno subito un infarto che ha stravolto la loro realtà.
E poi ci sono le malattie del fegato e quelle delle osseo-scheletriche, come le varie sclerosi. Tutto naturalmente va rapportato allo specifico livello di invalidità che lo Stato ci riconosce. Lo conosciamo e otteniamo dopo accurate visite mediche, che vengono effettuate con periodicità per verificare il protrarsi delle nostre condizioni.
Senza dimenticare le difficili e croniche malattie mentali, quelle che cambiano in negativo la vita di una famiglia, quando le patologie di figlio o un parente, autistico o affetto da schizofrenia, diventano una triste realtà con cui dover combattere ogni giorno. Bronchite cronica, ipertensione, asma bronchiale, diabete, il sopraggiungere di tumori: tutto questo porta al graduale declino delle nostre funzioni.
Come si comporta l’Inps in questi casi? E quale diventa il nostro percorso obbligato? Soprattutto occorre capire cosa significhi esattamente invalidità per chi deve riconoscerci un fondamentale supporto economico mensile.
E’ fondamentale capire che essere affetti da invalidità cronica non equivale sempre ad un riconoscimento della propria invalidità. Solo accurate indagini mediche di periti di parte accerteranno le nostre condizioni in linea con le normative vigenti.
Pensione di inabilità o assegno di invalidità sono il punto di arrivo dietro il quale deve esserci un concreto accertamento medico, da parte dell’Inps, che deve verificare la reale difficoltà a svolgere azioni quotidiane.
Come noto, la normativa vigente indica che dal 67% in poi è possibile beneficiare di un’esenzione parziale dal ticket per prestazioni mediche specialistiche. Mentre dal 74% d’invalidità si avrà diritto anche ad un assegno mensile di assistenza.
Solo dal 100% in poi di invalidità si può ottenere una pensione di inabilità e nei casi più gravi l’indennità di accompagnamento. Naturalmente nessun assegno mensile potrà pareggiare in conti con le sofferenze e con una vita di disagi, per noi e per chi ci sta accanto. Ma di certo tutto questo rappresenta un supporto indispensabile.
Come detto, solo ed esclusivamente una Commissione Medica può accertare e certificare il nostro livello di invalidità. Da ricordare che comunque, qualsiasi malattia cronica, concede diritto ad esenzioni dal ticket per prestazioni sanitarie.
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Una patologia cronica accertata concede il diritto, in molti casi, a conservare il proprio posto di lavoro forte di un contratto a tempo indeterminato. In questi casi sarà possibile sia passare da un full time a un part time, sia mutare la nostra posizione all’interno dell’azienda.
Potrebbe essere il caso di una cuoca assunta in un ospedale che, sofferente di bronchite cronica. Potrà richiedere di passare dal lavoro ai fornelli a quello da scrivania, lontano dai fumi, occupandosi di fornitori o centralino.
Oppure di un insegnante che, malato di reni e costretto alla dialisi, potrebbe passare dalla cattedra a funzioni di segreteria. Tutto ovviamente deve passare per la complessa macchina burocratica italiana e talvolta tra annose battaglie in tribunale quando l’azienda “fa orecchie da mercante” e ci volta le spalle.
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