Antonio Mezzancella, vocal coach di Tale e Quale Show, si è concesso in esclusiva ad una lunga intervista con noi di CheNews.
Antonio Mezzancella è uno dei personaggi televisivi più amati del momento. Durante la sua lunga carriera si è messo in luce per essere uno degli imitatori più bravi nel panorama italiano. Suo grande cavallo di battaglia è sicuramente Eros Ramazzotti che replica in maniera impressionante.
Nel 2015 si è tolto la grande soddisfazione di chiudere al 2° posto nel programma Tu si que vales, mentre nel 2018 ha vinto Tale e quale show. Recentemente è tornato nel programma di Carlo Conti in veste di vocal coach e si divide tra radio, tv e spettacoli vari. In esclusiva a noi di CheNews.it ci ha raccontato le sue impressioni su questo fantastico lavoro che fa.
Come è nata la passione per questo lavoro e se ci puoi raccontare delle tue prime imitazioni.
Più che una passione è stata da sempre una vocazione. Ho sempre avuto l’istinto di imitare e scimmiottare tutto quello che mi succedeva intorno. Sono sempre stato così. Le prime imitazioni sono state la gente che veniva a casa a trovare la mia famiglia. Da lì in poi è nato tutto. Quello è stato il punto zero.
Ti è mai capitato di usare una delle tue “tante voci” per fare uno scherzo?
Si, già da piccolo facevo scherzi a mio padre fingendomi suo cugino al telefono. Poi ho fatto anche degli scherzi in radio e ad amici.
Immagino che dietro ogni tua imitazione ci sia un grosso lavoro, qual è stato il personaggio più complicato da impersonare per te durante la tua carriera?
Ce ne sono diversi. La cosa importante da dire è che a meno che io non debba studiarlo per forza, inizio a studiarli pian piano. Cerco quindi di assorbirli dando delle annusate da lontano. Poi aspetto che il personaggio mi arrivi e mi si accenda una sorta di lampadina. Non mi incaponisco perché altrimenti poi non ti riesce. Facendo decantare un po’ questa cosa vedo che alla fine premia, perché il personaggio poi ti arriva.
Stai lavorando a qualche nuovo personaggio?
In realtà adesso sto lavorando a tutti quelli che devo far fare ai miei allievi a Tale e quale show. Perché per farglieli fare nella maniera migliore, ho pensato che la cosa migliore da fare fosse imparare a farli io. Quindi ho studiato Clementino, Fedez, Achille Lauro e Orietta Berti. Cerco sempre di incrementare il numero di imitazioni.
Tra i VIP con i quali ti sei interfacciato in questa edizione di Tale Quale Show chi ti ha stupito?
A turno ti stupiscono tutti. I gemelli di Guidonia si sa che sono bravi a cantare. Pierpaolo mi ha stupito per la sua capacità di mettersi in gioco e prendere sempre i timbri. Mi ha stupito anche Dennis Fantina. Io penso che ognuno di loro abbia quella carta da giocarsi.
Il vecchio varietà è quasi scomparso dalla TV. Questo è un po’ penalizzante per gli imitatori che a questo punto faticano a trovare una collocazione televisiva?
Si infatti essere nati 20 anni prima sarebbe stata una bella fortuna perché avrei avuto sicuramente maggiore spazio. Però l’importante è cercarsi una nuova collocazione, un nuovo spazio. A me piace cantare, imitare e presentare, quindi un po’ di tutto. Con un po’ di costanza e fortuna lo spazio lo si trova lo stesso.
Secondo me il varietà dovrebbe tornare. La gente non vuole vedere sempre la stessa cosa per 2 ore. Quindi secondo me se tu riesci a mettere varie cose in un contenitore creando una sorta di zapping eviti alla gente di cambiare continuamente canale.
Oggi hai raggiunto dei traguardi importanti nella tua carriera, lavori in pianta stabile in radio e TV. C’è stato un momento in cui però hai toccato il fondo e pensavi di non farcela?
In realtà il mio percorso è sempre avvenuto molto per gradi. Non ho avuto un’esplosione incredibile. Sicuramente mi è servito sia a fare esperienza che a salire uno scanalino per volta di quelli bassi bassi. Poi può succedere che un anno fai 3-4 cose e un anno non li fai. Però diciamo che non scendi mai 50 scalini tutti insieme proprio perché ho fatto questo percorso di piccoli passi e questo secondo me è positivo.
Ho letto che non hai molto gradito Star in the Star, ci lasci un tuo commento in merito a questa nuova trasmissione?
Sicuramente non ho gradito molto il fatto di prendere due programmi e fare una sorta di mix. Perché è una sorta di unione tra Tale e Quale e Il cantante mascherato. Mi aspettavo qualcosa di veramente forte perché se attingi a due programmi mi aspetto che poi aggiungi qualche bomba dentro. Un po’ d’impegno ci andava messo. Da spettatore mi sono detto che non ci si sono impegnati più di tanto.
Negli ultimi anni hai lavorato molto con Carlo Conti, che rapporto c’è tra voi due?
Noi ci vediamo esclusivamente negli studi quando c’è da lavorare. Però la cosa bella è che c’è un’intesa e una rilassatezza quando parliamo. Si è creata una sintonia lavorativa. Carlo si fida di me perché sono una persona seria, precisa e puntuale. Questo fa si che lui sia rilassato e il nostro rapporto è sempre gioviale, tranquillo, si fanno battute e questo è perfetto.
So che sei papà, riesci a far conciliare il tuo lavoro con la famiglia?
Ci devo riuscire, anche a costo di fare chilometri e chilometri in poche ore. Lo faccio sempre volentieri e guai se non lo facessi. Io non vedo l’ora ogni volta di prendere la macchina e ritornare in Umbria dalle mie figlie che sono lì, mi guardano, mi seguono, mi aspettano e ci sentiamo tutti i giorni. La distanza è sicuramente penalizzante.
Qualcuna di loro ha già velleità artistiche?
Si, entrambe. Una è un po’ imitatrice, cantano entrambe bene. Una è più imitatrice, mentre l’altra è più brava a disegnare. Quindi comunque hanno dei vezzi artistici. Per ora non mi criticano ancora, magari chissà, tra qualche anno, quando cresceranno, cominceranno a farlo.
Come stai vivendo questa esperienza da vocal coach a Tale e Quale?
Tornare negli studi è stato come ritornare in famiglia. Ho rivisto tutte facce che già conoscevo e avevo vissuto, ma con una tensione diversa visto che prima sono arrivato qui da concorrente. Ora è dura, si lavora, si fatica, però la tensione è inevitabilmente di meno e quindi me la godo di più.
Il fatto che tu ti sia presentato in quel programma da imitatore ti ha messo addosso un peso ancora maggiore?
Si, infatti era un po’ quello il problema. L’aspettativa era sempre altissima perché anche i giudici partivano sempre dal presupposto che io sono un imitatore. Stesso discorso anche per gli autori che magari mi assegnavano un personaggio più complicato. Anche altri imitatori hanno fatto Tale e Quale, magari io ero più agevolato perché la mia specialità è sempre stata l’imitazione dei cantanti, però è stata una bella sfida.
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Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sicuramente continuare la radio e riprendere a fare serate visto che per fortuna stanno ricominciando. Quindi tornare ad avere contatto con il pubblico. Stiamo pensando ad una tournée teatrale, poi in futuro chissà mi piacerebbe fare qualcosa anche da conduttore, magari in un bel nuovo varietà.
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