Da venerdì 15 ottobre scatta l’obbligo del green pass su tutti i posti di lavoro. Ecco cosa c’è da sapere: validità, controlli, sanzioni.
L’idea della possibilità di vedere in pratica un super certificato verde esteso ai lavoratori era già nell’aria, ma adesso diventa realtà. Archiviate, si spera, le contestazioni violente di piazza, adesso il governo ha deciso per l’obbligo dei green pass per 23 milioni di lavoratori, sia nel settore pubblico che privato.
La data fissata in cui scatterà la necessità in cui il lavoratore dovrà esibire necessariamente il certificato verde è venerdì 15 ottobre. La persona, in pratica, dovrà attestare la completa o parziale vaccinazione contro il covid, l’avvenuta guarigione dal virus oppure la negatività del tampone fatto entro 48 ore.
L’obiettivo del governo Draghi è quello di spingere quante più persone a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Gli ultimi dati, infatti, rivelano che 6 milioni di lavoratori, su 8,4 milioni di persone non vaccinate, non si sono sottoposti alla somministrazione.
Per quanto riguarda la validità del certificato verde, questa cambia a seconda dei casi. Intanto è bene sottolineare che, per il momento, l’obbligo del green pass è in vigore fino al 31 dicembre, la data in cui è prevista la fine dello stato d’emergenza.
Chi ha completato il ciclo della vaccinazione (ad esempio, ha ricevuto le due dosi) il green pass è valido per 12 mesi dall’ultima somministrazione. Chi, invece, è guarito dal virus ha una validità di 180 giorni dall’ultimo tampone positivo.
Per coloro che non vogliono o non possono vaccinarsi devono fare necessariamente il tampone se intendono continuare la loro attività lavorativa. In questo caso, la certificazione del tampone è valida solamente per 48 ore se è antigenico e 72 ore se è molecolare. Chi non può vaccinarsi, potrà fare il tampone gratis fino al 31 dicembre. Per gli altri, invece, ha un costo di 15 euro.
Per quanto riguarda chi ha il dovere di controllare se un lavoratore possiede o meno il certificato verde questo è il datore di lavoro. Secondo le linee guida governative, le verifiche sia nel pubblico che nel privato dovranno verificarsi quotidianamente e all’accesso sul luogo di lavoro.
Non tutti dovranno esibire il green pass. I controlli, infatti, saranno a campione o a tappeto e a rotazione. Ogni datore di lavoro avrà a disposizione una piattaforma online per la verifica, tuttavia i controlli possono essere svolti anche senza l’aiuto di sistemi automatici.
Come è prevedibile in questi casi, nell’ipotesi in cui il lavoratore non possiede il green pass viene dichiarato “assente ingiustificato” e quindi non gli verrà dato lo stipendio. Ma la punizione non finisce qui. Oltre al mancato stipendio, avrà una sanzione di una multa che va da 600 a 1500 euro.
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Non solo il lavoratore può ricevere la multa, a rischio sanzione è anche il datore di lavoro che non controlla i suoi dipendenti. Questo può essere sottoposto ad una multa che va da 400 a 1000 euro. Ad irrogare le multe sarà il prefetto, che dovrà essere informato tempestivamente sui fatti.
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