Michela Marzano è una grande personalità del mondo accademico e politico italiano. Autrice anche di opere molto conosciute, non solo in italiano.
Michela Marzano è una delle grandi protagoniste nel panorama culturale italiano. La sua storia inizia con il perfezionamento in filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa ed in Bioetica a La Sapienza di Roma. Attualmente insegna all’Università di Parigi V: René Descartes.
Si occupa di filosofia morale e politica, con la centralità dell’essere umano in quando essere vivente, carnale. Nelle sue ricerche, il punto iniziale è quello della fragilità delle condizioni umane. I suoi lavori e studi l’hanno condotto anche all’interno della politica italiana.
Nel 2013 viene eletta alla Camera dei deputati in Lombardia nelle liste del Partito Democratico. Lascia il PD a favore del Gruppo misto. Questo passaggio è causato dal fatto che fosse in polemica col partito sulla questione dell’adozione del figlio del partner di coppie omosessuali. Dopo la piccola avventura politica, ritorna all’ambiente accademico. Dal 2019 è editorialista per La Repubblica e dal 2020 scrive anche su La Stampa.
Michela Marzano è molto legata alla sua famiglia. A mamma Paola, papà Ferruccio e a suo fratello Arturo. Una famiglia che lascia molto presto per inseguire i suoi desideri. Seppur le informazioni sulla sua vita privata sia poche, sappiamo che è sposata con i critico letterario Jacques De Saint Victor. Si sono conosciuti nel 2004. I due studiosi non hanno figli. O meglio, il critico sì ma arrivati da un’altra relazione.
Le sue opere sono tantissime. La capacità intellettuale della filosofa l’ha condotta non solo a scrivere in italiano ma anche in francese. L’ultimo suo testo è stato “Idda” pubblicato nel 2019 ma si potrebbero citare tanti altri vista l’enorme mole di lavori dell’autrice.
La studiosa Michela Marzano ha raccontato un brutto periodo della sua vita. Momento caratterizzato dalla battaglia contro l’anoressia. Questo tremendo frammento della sua vita è riportato nel libro autobiografico “Volevo essere una farfalla“. La donna parla di anoressia come sintomo che va ascoltato.
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A Famiglia Cristiana disse: “per spiegarne i meccanismi: l’anoressia non è qualcosa di cui vergognarsi, né frutto di una scelta. È, invece, un sintomo da prendere sul serio“. Aggiunge: “Se non avessi attraversato questa immensa sofferenza, sarei meno sensibile a certi temi, non avrei lo stesso interesse per l’ingiustizia. La questione decisiva è che cosa fare del proprio dolore“.
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