Lo spettro dell’incidente di Alex Zanardi torna ad essere presente. Un grande campione di Handbike è morto dopo un crash.
Grande tragedia ha colpito lo sport in queste ultime ore. Il campione di handbike Andrea Conti è morto a 51 anni. Il decesso è arrivato dietro le gravi conseguenze riportate durante un incidente stradale, avvenuto domenica scorsa mentre si stava allenando su strada.
L’impatto fatale è stato rivelato lungo la provinciale Bosco Chiesanuova-Cerro Veronese. Conti si stava allenando per l’ultima prova della corsa rosa ad Assisi. Le dinamiche dell’incidente, secondo le prime testimonianze, sono molto simili a quelle di Alex Zanardi, le cui immagini sono state diffuse poche settimane fa dietro grandi polemiche.
L’impatto frontale ha lasciato poche speranza al tre volte vincitore del Giro d’Italia. Il 51enne, infatti, è entrato in coma dietro le gravissimi lesioni fisiche riportate dallo scontro con l’auto che viaggiava sulla corsia opposta. Poco hanno potuto fare i medici ed i sanitari dell’ospedale di Borgo Trento dove era stato ricoverato.
Chi era Andrea Conti? Lo stesso destino amaro di Alex Zanardi
Andrea Conti era nato a Verona nel 1970. A 18 anni fu vittima di un bruttissimo incidente che gli causò delle lesioni gravissime alla cervicale, rimanendo tetraplegico. Lo spirito sportivo e combattivo non gli fecero perdere la voglia di continuare a vivere, tanto che nel 2002 si avvicina al ciclismo.
Per riuscire al meglio, nello sport utilizza le braccia e parzialmente le mani, gareggiando in gare di handbike molto importanti come per la GSC Giambenin, vincendo tre volte il Giro d’Italia. Grazie alla sua esperienza e al suo talento sportivo, aveva organizzato numerosi incontri con gli studenti.
L’intento di Andrea era proprio quello di sensibilizzare i più giovani alla promozione della sicurezza stradale. Degli incontri che erano seguiti dai più giovani con interesse e stima verso il campione che, nell’occasione, parlava anche della sua esperienza e di come è riuscito ad imporsi nelle competizioni nonostante la disabilità.
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Gli amici, i conoscenti e tutti i sostenitori che lo hanno sempre seguito in questi anni, si sono riversati sui social scrivendo messaggi di cordoglio alla famiglia. Un dolore incolmabile per tutta la comunità del ciclismo, e non solo.