Il re della sceneggiata napoletana, Mario Merola, è scomparso nel lontano 2006. Ma qual è stata la dinamica che ha portato al suo decesso?
Mario Merola è stato una vera gemma per Napoli. Un artista davvero incredibile che ha accompagnato tante generazione e che ancora oggi è ancora ricordato piacevolmente. Il suo genere ha incantato per anni tutto il popolo italiano ed è una cosa davvero storica dato che le “sceneggiate” erano tipicamente locali.
Nasce come cantante ma la sua clamorosa poliedricità lo ha reso anche attore, compositore e, infine, personaggio televisivo. Ha avuto un ruolo fondamentale nel far rivalutare il ruolo dell’ambito musicale-teatrale della sceneggiata. Insomma, Mario Merola ha segnato in maniera importante uno spaccato dello spettacolo napoletano e italiano.
Come spesso accade per i grandi protagonisti della nostra storia, il momento dell’epilogo è sempre duro da digerire. L’artista è morto nel 2006 ma non tutti sanno cosa portò al decesso. Vediamo cosa portò alla scomparsa del re della sceneggiata napoletana.
Mario Merola: i motivi del decesso e il suo addio
Mario Merola fu ricoverato all’ospedale San Leonardo di Castellamare di Stabia il 7 novembre 2006. Si parlava di un’insufficienza cardio-respiratoria. I familiari fecero circolare la notizia di una condizione di salute davvero gravissima. Nella tarda serata si parlò di situazione in miglioramento. Il suo ricovero veniva alleviato, come rivelato dal figlio, dall’ascolto di una canzone a lui molto cara: ‘cent’anni‘.
Alla fine, domenica 12 novembre arriva il suo decesso per arresto cardiocircolatorio. Il tutto sarebbe dovuto al fatto che l’attore mangiò delle cozze crude. Dopo due giorni ci furono i funerali svolti nella Basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore. La stessa in cui ci fu il matrimonio dello stesso Merola e il funerale di un altro protagonista napoletano: Totò. Fu un funerale di dimensioni molto importanti e non per pochi intimi.
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Quel giorno ci furono presenti le autorità locali, i tanti colleghi ma soprattutto circa 40mila persone. Almeno la metà seguirono il feretro fino al cimitero Monumentale di Napoli. Luogo in cui, l’artista, è sepolto. Segno di grande riconoscenza di un’intera città che ha ringraziato un pezzo di storia della città di Napoli.