Un cibo costoso, dal prezzo “impossibile” per la maggior parte delle persone, deve essere capace di conquistare il pubblico per una serie di elementi imprescindibili.
Il “luxury food” deve essere bello da vedere, sensuale e magari anche tremendamente buono. Non per niente, in tal senso negli ultimi anni, è nata addirittura una filosofia alimentare dal nome food pornography, della serie quando il cibo è orgasmo puro. Intuito, passione, desiderio, prima ancora di coniugare il palato con la materia prima.
Dove se non nella Manhattan dei “ricconi”, cuore di New York City, puoi trovare i piatti più esclusivi? Prima di tutto si parte dalla rarità e dalla stravaganza del luogo di provenienza del prodotto, quel fattore che colpisce subito la curiosità. In grado, seduta stante, come una freccia, di centrare in pieno il “bersaglio”, in chi decide di “mettere mano al portafoglio” per vivere una esperienza unica al mondo. Prima ancora di avere mai assaggiato.
Poi, non può mancare, la qualità assoluta della materia usata: una vaniglia tahiti più unica che rara, un filetto di manzo giapponese wagyu massaggiato a mano durante tutta la sua vita, un merluzzo coda nera delle profondità dell’Alaska, un rarissimo caviale iraniano o russo. Quando un ristorante punta tutto sul luxury food, decidendo apertamente di dedicarsi a un target di pubblico che può permettersi certi desideri inconsueti, deve rendere tutto perfetto. Soprattutto se si tratta di una ricetta che include ingredienti “dell’altro mondo”.
E’ anche vero che gli attori, che le star, che gli artisti famosi, frequentano determinati locali anche per darsi un tono, nell’ambito di una indiscutibile operazione marketing di se stessi. Ma nella sostanza, il piatto che vanno ad assaggiare, pubblicizzato in pompa magna, deve davvero regalarti un’emozione unica e non può essere solo mera apparenza. Almeno si spera.
Piaccia o non piaccia, siamo nell’era dell’oro alimentare, non da indossare ma da mangiare. Ma, non si può ignorare il fatto che, soprattutto nel periodo post covid, siamo anche in pieno fermento di cambiamenti dal lato opposto. Quelli in cui la cucina corre veloce verso l’allontanamento graduale dal gourmet sfrenato e insensibile alle esigenze della massa, riproponendo la cucina della nonna in chiave però ragionata e sensibile.
Da una parte, quindi, esistono ancora locali, pochissimi in realtà, che perseguono la linea del “lusso sfrenato”. Ore e ore di lavoro dietro la realizzazione di un piatto, costi di attrezzature elevatissimi, brigate fino a 30 cuochi e oltre. Un “pubblico” di commensali che si chiamano Kim Kardashian, Beyonce, Tom Cruise, per citarne solo alcuni.
A New York City, tra la seconda e la terza Avenue, esiste ancora uno dei locali più esclusivi al mondo, il Serendipity 3, a Manhattan, 50 anni di storia e oltre. E il loro piatto di punta, ad oggi quello più costoso al mondo, è addirittura un dolce e si chiama Serendipity Golden Opulence Sundae. Partiamo dall’inizio. Intanto qui, se te lo puoi permettere, avrai tutto quello che cerchi: cibi stravaganti provenienti dalle zone più incredibili del mondo, come un tè verde gyokuro selezione rarissima, che arriva da una zona sperduta del Giappone.
Qui le donne, dalla raccolta alla pulizia delle foglie, lavorano a mano, non esiste una sola attrezzatura che contraddistingue il loro lavoro. Mettici poi la raffinatezza del ristorante, il fascino della location, ed ecco che una semplice tazza di tè può arrivare a costarti 50 dollari. Se poi ti convinci che ti fa anche bene e pubblicizzerai sul tuo profilo instagram che stai perseguendo una strada zen di cucina meditativa e salutistica, tutto sarà perfetto. Anche se, attenzione, anche il concetto dello zen è stato stravolto, rivoluzionato e capovolto del tutto a vantaggio del marketing.
Se vuoi puntare al meglio, Serendipity ti prende per mano e ti porta sulla strada giusta. Il Il suo dessert appena citato può arrivare a costare mille dollari? Certamente, se la ricetta è incredibilmente esclusiva, se gli ingredienti che ne fanno parte per “gli esseri umani” sono introvabili. Ma almeno è davvero così buono? Nutriamo la speranza di sì, visto il prezzo proibitivo.
Un calice di cristallo Baccarat, di quelli usati in Vaticano, rivestito con foglie di oro edibili 23 carati, mica uno scherzo! All’interno tre palline di gelato preparato con costosissima vaniglia tahiti, la spezia più cara al mondo in assoluto. Una glassa di cioccolato rarissimo, tartufo bianco, mandorle, frutta candita artigianale (la mano del cuoco che ci mette 3 giorni per la sola canditura). Ma non è finita: in cima, lassù, a questo monte irraggiungibile, alla portata solo di scalatori provetti…e facoltosi, c’è un fiore di zucchero, sempre placcato in oro, che richiede 8 ore di preparazione.
Avrete capito che non siamo di fronte al top del top dei sapori, non avrete un’emozione stile orgasmo sensoriale al primo assaggio. L’oro alimentare, per chi lo ha mangiato e lo sa, è decorazione, è lusso, ma non ha gusto. Ma è l’ambiente, sono gli ingredienti, è l’operazione di marketing che c’è dietro a fare la differenza. E se i conti tornano, per un locale del genere, hanno vinto certamente la difficile sfida che hanno deciso di intraprendere. Il dessert più costoso al mondo, quello che vi abbiamo appena raccontato, è stato presentato alla stampa internazionale in occasione del 50esimo anniversario del locale.
A onor del vero, fuori menu, il record appartiene, rimanendo sempre in queste quattro mura, al Frrrozen Haute Chocolate Ice Cream Sundae, che fu creato qualche anno fa. Meglio una bella auto o un dessert al prezzo, udite udite, di 25mila dollari? A voi la scelta! Bicchiere tempestato di diamanti, caviale iraniano, selezioni di cioccolato svizzero esclusive, oro un pò ovunque. E’ ancora possibile ordinarlo: ma con almeno dieci giorni di anticipo perchè i prodotti non sono disponibili al momento ma ovviamente verranno acquistati solo su richiesta. Da mangiare almeno una volta nella vita, per poter dire io c’ero! Sempre che potete! Se potete beati voi.
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Dal piatto più costoso al mondo, all’ingrediente più costoso al mondo, quello che da sempre conquista i palati più fine. Ma almeno, consentitemi, qui di gusto ce n’è abbastanza da giustificare la spesa. Sempre per chi si può permettere un caviale Beluga rarissimo russo. Le uova di storione sono così care nel prezzo perchè il pesce ne produce pochissime, e solo in determinati periodi dell’anno. E quindi si tratta di una materia difficilmente reperibile.
Così come vale la pena assaggiare, almeno una volta nella vita, le ostriche Krystale Normandia n. 2: 50 dollari per assaggiarne 10. Provare per credere.
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