Quando si parla di alimentazione, spesso un tema associato riguarda quello della frutta secca: varietà, informazioni e dettagli che non tutti conoscono
Tra i diversi argomenti associato alla alimentazione, quando si affronta questo tema, spesso spunta quello inerente alla frutta secca: ma quanta mangiarne, quali sono le varietà e le proprietà? I dettagli che non tutti conoscono al riguardo.
Come noto, la frutta secca è una categoria usata che racchiude un insieme di semi che vengono impiegati come alimento per il gran contenuto di nutrienti.
Questa non deve essere confusa con la frutta essiccata, che è invece frutta che è stata sottoposta ad un processo di essiccamento, cioè disidratazione. Tale processo consente di conservarla oltre il consueto periodo.
Spesso, si legge su humanitas-care.it, il consumo della frutta secca viene consigliato nel corso dell’anno, poiché non mancano sali minerali, vitamine, fibre e grassi insaturi. Le componenti rendono infatti tale alimenti, si legge, indicato soprattutto per la colazione.
L’alimento in questione può essere suddiviso in due categorie, quella a guscio oppure quella polposa.
Argomento associato talvolta all’alimentazione è dunque, come detto, quello della frutta secca, che come detto può essere suddivisa nelle categorie di quelle a guscio o polposa.
Nel primo caso si fa riferimento ad arachidi, noci, nocciole, mandorle, pinoli, pistacchi, noci di cocco e castagne.
Come sottolineato da humanitas-care.it, la definizione di “frutta oleosa” oppure “lipidica” deriva dal contenuto di grassi che vi si trovano, sebbene in forma di acidi grassi insaturi e polinsaturi.
Si legge inoltre che vi è contenuta poca acqua, ma anche pochi zuccheri e un buon numero di proteine, oltre alla vitamina ed E, sali minerali e fibre.
Per quanto riguarda quella polposa, si fa riferimento invece a fichi, datteri, albicocche, prugne e uva passa. Vi è quantità di zuccheri, sali minerali, vitamine e fibre e di pochi grassi.
È importante tenere a mente che quello della frutta secca è un alimento che andrebbe consumato con moderazione e lontano dai pasti principali, si legge su humanitas-care.it, dove si sottolinea che non andrebbe consumata in particolare modo a fine pasto in virtù di una digestione poi appesantita e di un eccesso di calorie.
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A colazione, o come spuntino può essere una buona soluzione, pur se consumata comunque in modo moderato. In alcuni casi, si legge, è sconsigliata, in presenza di alcune patologie, ad esempio quelle inerenti all’apparato digerente, i diabetici o chi segue diete ipocaloriche.
È opportuno in ogni caso ed in primo luogo, informarsi e rivolgersi, chiedendo consiglio, agli esperti del settore per approfondire il tema e ricevere specifiche importanti informazioni relative alla sana e corretta alimentazione.
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