Dramma nel Milan. Poco fa è arrivata la notizia che è morto uno dei più grandi attaccanti di tutti i tempi che ha vestito anche la maglia rossonera.
Un attaccante che aveva il goal nel sangue, uno di quei bomber di una volta che faceva sognava le tifoserie. Quando il calcio, quello di altri tempi, era incentrato su guerrieri dell’area di rigore che davano tutto in campo, al solo scopo di raggiungere grandi obiettivi. Quando l’attaccamento ad una maglia era la ragione principale del proprio vigore agonistico. Niente procuratori, niente campagne di trasferimento che condizionano l’andamento di una squadra, niente soldi a valanga. Non c’erano e quel calcio non ne aveva bisogno.
Jimmy Greaves, 81 anni, non c’è più: l’ex stella del Chelsea, del Tottenham e della nazionale inglese, con cui si laureò campione del Mondo nel ’66, ci ha lasciato.
Reti a valanga, tifosi in visibilio. 157 presenze e 124 reti con la maglia dei Blues londinesi, poi il passaggio al Milan. E’ il 1961 e Greaves esordisce in una amichevole contro i brasiliani del Botafogo. Incredibile quello che accade in Italia: in campo Jimmy è davvero un portento. Dimostra, almeno in campo, di adattarsi subito al calcio italiano degli anni sessanta, è una forza della natura.
Ma a mister Nereo Rocco, un sergente di ferro, non piace il suo comportamento estroverso, decisamente indisciplinato. Poco rispettoso dei compagni, poco altruista sul terreno di gioco. Greaves realizza subito reti a raffica, una dopo l’altra, i tifosi rossoneri non credono ai loro occhi. 9 reti in 10 gare ufficiali, di cui 4 segnature su calcio di rigore. Ma nella sfida contro la Juventus, i giornalisti dell’epoca raccontano di una sfuriata pazzesca nello spogliatoio contro mister Rocco. E allora il vaso si rompe, in mille pezzi. E il tecnico decide per il suo allontanamento. Al suo posto arrivò il brasiliano Dino Sani in Lombardia.
Jimmy Greaves, incredibile ma vero, è uno di quei rarissimi esempi, nella storia del calcio, dove un campione, palesemente in grado di fare la differenza sul campo, viene tagliato.
Un bomber è sempre un bomber, e quando la butta dentro i tifosi gli perdonano tutto. Dicono che nella vita Greaves non sia stato uno stinco di santo, come tante stelle britanniche dell’epoca del resto. Eccessi, carattere burrascoso. Ma il talento era purissimo.
Greaves vincerà una coppa del Mondo con la Nazionale Inglese, massimo traguardo ottenuto in carriera. Ma non fu fortunato, decisamente no. Era il titolare assoluto nell’attacco dell’Inghilterra, ma in quel mondiale si fece male alla terza partita contro la Francia. Alzò la Coppa, certo, si rimise in forma, ma almeno in quella competizione in campo da titolare non ci tornò mai più. Perchè l’uomo che prese il suo posto, segnerà in finale una tripletta, fra cui la celebre rete fantasma che regalò la vittoria all’Inghilterra. Stiamo parlando di Geoff Hurst.
Con la maglia del Tottenham, Jimmy Greaves, consacrò il suo percorso di bomber di prima grandezza. Nessuno ha segnato tanto, quanto lui, nella prima divisione inglese. Jimmy rimane oggi in assoluto l’attaccante più prolifico di quella che oggi è la Premier. 357 reti segnate in 516 partite, lo consacrano nella storia assoluta del calcio inglese. E oggi non sono pochi coloro che verseranno lacrime per lui, per un calciatore straordinario che deliziava le platee. Ma che in carriera non fu fortunatissimo: non vinse mai un titolo inglese. Con il Chelsea prima e con gli Spurs poi, non ci riuscì. I giornali dell’epoca ricordano che il Tottenham lo ricomprò dal Milan per una cifra record, 100mila sterline. Mai nessuno prima di lui fu pagato così tanto. E Greaves ripagò gli Spurs con 220 reti ufficiali.
Sempre con il Tottenham vinse comunque due Fa Cup e una Coppa delle Coppe nel 1963. Si tolse la soddisfazione di sollevare al cielo il primo trofeo continentale della storia per un club inglese. Ironia delle ironie, il Milan di Rocco e Rivera, nell’anno del suo taglio, vinse il campionato: era la stagione 1961-1962. E neanche in questo caso si tolse la soddisfazione, essendo andato via in anticipo, di ottenere un titolo. Meglio di lui hanno fatto in nazionale inglese (57 presenze, 44 reti) solo Gary Lineker, Wayne Rooney e ovviamente l’eterno Bobby Charlton.
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Nel 1963 fu candidato al pallone d’oro, ma giunse terzo dopo Lev Yashin e Gianni Rivera. Guarda questa gallery, straordinaria, di immagini e di ricordi milanesi. Fugaci ma meravigliosi. I tifosi rossoneri ne rimarranno commossi. Greaves, comunque sia andata, è nella storia del calcio e anche del Milan.
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