Kasia Smutniak parla della questione afghana con un lungo post su Instagram. L’attrice lo ha fatto raccontando una sua esperienza personale.
Non è solamente una delle attrici più brave e versatili che abbiamo in Italia, Kasia Smutniak è anche una donna socialmente impegnata. Infatti, a dicembre 2011 ha fondato la Pietro Taricone Onlus, un’associazione no-profit per aiutare i bambini che si trovano in paesi disagiati.
L’attrice, infatti, è da sempre vicina a questi temi umanitari, tanto che non manca mai di condividere, tramite i suoi account, le proprie esperienze ed i propri pensieri con i tanti fan. Kasia, infatti, da tempo di impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo dei social network un ottimo strumento di divulgazione e informazione.
Anche questa volta, con la crisi umanitaria che stanno vivendo donne, bambini ed uomini in Afganistan in questi giorni, dietro l’entrata dei talebani nel paese, l’attrice ha voluto dire la sua. Ha, infatti, condiviso un lungo pensiero sulla questione afghana, mostrandosi preoccupata per il destino di queste persone.
Kasia Smutniak condivide il suo pensiero sugli eventi che stanno accadendo in Afghanistan non come chiunque altro. L’attrice, infatti, l’associa ai suoi ricordi di bambina, quando viveva in Polonia e si chiedeva se c’era una vita normale al di là dei ghetti ebraici e delle mura dei campi di concentramento.
“Oggi lo so – scrive – perché i nostri tempi ci costringono a convivere accanto agli orrori che si svolgono giornalmente”. Poi sottolinea quei video di famiglie che cercano di oltrepassare i confini ed il mare, uomini aggrappati agli aerei militari e figli passati oltre i muri dei fili spinati per liberarli da quelle prigioni.
“Mi fa orrore che, nonostante tutto, noi andiamo avanti – si sfoga – Le vacanze, le spiaggie, i trend, il mercato del calcio, il bollettino, buoni propositi. La nostra di quotidianità non cambia”.
L’attrice poi sottolinea come la missione in Afghanistan, partita vent’anni fa, fosse una tragedia annunciata da molto tempo. “Una guerra travestita da parole come ‘missione di pace’ le ‘peacekeeping’ – scrive Kasia – Bombardamenti multilaterali sulle case dei civili, donne che perdono i figli e bambini che perdono i genitori”.
Poi si chiede “cosa sarà di noi?”, soprattutto dopo gli errori che l’Occidente ha compiuto in questi anni. Si domanda come facciamo a trasmettere ai bambini la voglia di lottare per un mondo migliore a quello che c’è oggi. E condivido con i suoi follower la paura che i bambini di oggi possano commettere gli stessi errori in futuro.
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Poi si cerca di dare una risposta: “Abbiamo il diritto di voto e dobbiamo esercitarlo, facendo pressione sulla politica”. Poi sottolinea quanto sia fondamentale informarsi, essere attivi e partecipare alle iniziative che vi vengono proposte. “Dobbiamo sensibilizzare l’ambiente che ci circonda”.
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