Se n’è andato il filosofo allievo di Derrida e il pensatore dei limiti della democrazia: Jean-Luc Nancy lascia un vuoto incolmabile.
La democrazia se n’era già andata prima di lui, così vi avrebbe risposto Jean-Luc Nancy, il filosofo decostruzionista francese allievo e sodale del grande pensatore Jacques Derrida, con una punta di amaro umorismo.
Nancy era nato a Bordeaux nel 1940, nella Francia di Vichy. Dopo la guerra riesce a studiare filosofia a Parigi. Parte da qui la sua brillante e proficua carriera accademica che lo ha portato anche a Berkley a Berlino e a San Diego.
Più di tutte, però a rubargli il cuore e la mente è stato l’ateneo dell’università Marc Bloch di Strasburgo. Il filosofo francese aveva fatto della città dell’Alsazia-Lorena la sua residenza stabile dal 1968. Non è noto se il professore fosse sposato o avesse figli. Ha subito un trapianto di cuore, esperienza che l’ha portato a riflettere sul tema in testi come Corpus e L’intruso.
L’accademico è defunto proprio nella sua Strasburgo, sede universitaria alla quale aveva dedicato energie e passione, e luogo d’elezione dove il suo pensiero filosofico aveva preso forma. Per la precisione, se n’è andato lo scorso lunedì 23 agosto all’età di 81 anni, a causa di un male incurabile. Ha lasciato moltissimo, tra saggi e riflessioni, che ancora fanno discutere il mondo.
Difficile riassumerne opere e pensiero di un gigante del pensiero contemporaneo in poche righe: il suo contributo alla società e alla filosofia spazia dalle amare riflessioni politiche sulla tenuta delle democrazie occidentali all’arte e all’estetica, fino alla scienza e alla medicina. La sua collaborazione proficua con artisti di tutti i campi è quasi impareggiata. Molto originali e dibattute le sue ricerche sul concetto di “comunità” in testi come La comunità inoperosa.
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Una ricerca intellettuale incessante quella di Jean-Luc Nancy, che per sua stessa natura doveva per forza interrompersi ancora incompiuta. Il suo lascito forse più importante, il celebre Essere singolare plurale, apre gli occhi sulla realtà contemporanea meglio di molti altri saggi. Ogni essere che esiste in realtà “coesiste”. Anche la vita e la morte coesistono, ci auguriamo, almeno per quanto riguarda la sua preziosa e insostituibile eredità.
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