Pangea ha lanciato l’allarme via social sulla situazione in Afghanistan sulle attiviste afghane. La Onlus ha pubblicato una foto per denunciare le violenze dei talebani.
Mentre i talebani hanno promesso di assumere una posizione più moderata in merito ai diritti delle donne. I dettagli e le testimonianze su ciò che sta avvenendo in Afghanistan sono preoccupanti. Dove i ribelli sembrano tutt’altro che moderati e sono pronti davvero a tutto per riprendersi il paese, dopo vent’anni.
La storia degli ultimi due decenni è stata positiva per le donne e le ragazze del paese. Dal 2001 hanno scoperto e abbracciato alcune libertà che sembravano non appartenerle. Inoltre hanno iniziato a costruire il loro potere economico e sociale, hanno studiato, lavorato, viaggiato, tanto che i tassi di alfabetizzazione sono aumentati vertiginosamente. Una normalità che adesso sembra scivolarle tra le mani.
Pangea sta denunciando quello che sta accadendo alle attiviste. L’associazione italiana, che dal 2003 opera a Kabul in aiuto alle donne afghane, è in serio pericolo. Una situazione precaria nata dopo che i talebani hanno invaso la capitale del paese, in seguito alla decisione degli USA di lasciare la nazione. Adesso, le volontarie e le lavoratrici di Pangea si trovano a vivere nel terrore.
Afghanistan, il dramma delle donne afghane: la denuncia di Pangea
Tramite il suo profilo social, Pangea Onlus sta pubblicando da giorni una serie di informazioni in tempo reale su quello che sta accadendo in Afghanistan. Questa mattina, l’associazione ha rivelato che alcune donne che lavorano per Pangea sono state picchiate dai talebani.
“Vedere le loro foto con i lividi è stato straziante – rivela la Onlus tramite una storia pubblicata su Instagram – I bambini hanno assistito a scene di una violenza inaudita e sono molto spaventati”.
Lieto fine per le attiviste Pangea: le donne afghane si sono imbarcate
Poco dopo aver denunciato il terribile accaduto e aver pubblicato la foto con una donna che mostrava il livido. Pangea rivela la buona notizia, ovvero che le attiviste sono riuscite ad entrare nell’aeroporto di Kabul e mettersi in salvo. Dall’alba, infatti, sono tutte all’interno della struttura, pronte a partire.
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“Sono state forti e hanno resistito come leonesse”, fa sapere Pangea. Alcune di loro sono riuscite già ad imbarcarsi con le loro famiglie e a ritrovare quella libertà che sembrava smarrita dopo che i talebani sono entrati a Kabul, con l’obiettivo di riprendersi il paese che avevano lasciato nel 2001.