La convinzione generale su come vedano i cani è ormai diffusa. Per noi, questi animali vedono il mondo in bianco e nero ma non sembra essere così.
Praticamente tutti siamo cresciuti con la convinzione che i cani non riescano a vedere i colori. Che la loro vista sia focalizzata solo a vedere le immagini bianche e nere. Questa nozione è molto antica ma sembrerebbe non essere quella veritiera.
Partiamo dall’assunto iniziale che ci viene dato da Will Judy, ex editore della rivista Dog Week, e la sua idea di vista nella scala dei grigi. Questa risale agli anni ‘ 30 e Judy sostenne: “È probabile che tutto il mondo esterno appaia loro come punti variabili di nero e grigio“. La definizione è possibile trovarla in uno dei manuali più conosciuti e pubblicato nel 1937 “Addestramento del cane“.
Questa idea si è diffusa nel tempo ed è diventata un vero e proprio mito. Non a caso, ancora oggi se ne parla e moltissimi sono convinti di ciò. Ma altre ricerche hanno smentito questa analisi, confermando che i cani riescano a vedere a colori ma in modo diverso da noi. Vediamo come.
Ecco il modo in cui vedono i cani
Il mito della visione in bianco e nero dei cani è durato per tanto tempo. La svolta è stata segnalata negli anni ’60, in cui degli scienziati smontarono la teoria precedente. Prima di procedere, giusto capire il funzionamento dell’occhio umano.
Questo percepisce il colore quando la luce entra nell’occhio, tramite la cornea, raggiunge la pupilla che modifica le dimensioni a seconda dell’intensità. Dopodiché, la luce arriva al cristallino che si modifica per sostenere la messa a fuoco dei raggi luminosi sulla retina, in base alla distanza in cui si trova l’oggetto. I coni e i bastoncelli della retina assorbono la luce così da inviare messaggi al cervello tramite nervo ottico. Da qui, il cervello trasforma tali impulsi in immagini.
La parte importante del discorso riguarda i coni e i bastoncelli. Inizialmente si pensava che i cani fossero sprovvisti di coni. Da qui il mito letto in precedenza, ma non è affatto così. Si è visto anatomicamente come i cani fossero dotati dei coni, però in maniera diversa dall’essere umano. Gli umani sono tricromatici, hanno tre tipi di coni mentre i cani ne hanno solo due e vengono definiti come dicromatici.
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Ecco spiegato come i cani possano vedere a colori tranne nello spettro del rosso-verde. Questi vedono immagini più sfocate, riescono a vedere meglio da lontano che da vicino e hanno un campo visivo a 240 gradi. Hanno la capacità di vedere meglio gli oggetti in movimento rispetto a quelli che stanno fermi. Alla fine, possiamo dire che loro guardano il mondo in giallo, blu, verde/grigio.