Valentino Rossi ha sempre celebrato le sue vittorie in modo esilarante. Ma tutto è cambiato dalla tragica scomparsa di Simoncelli.
“Il dottore” Valentino Rossi sarebbe una leggenda del motociclismo e dello sport anche solo per i traguardi sportivi impareggiabili raggiunti in vent’anni e oltre di onorata carriera. Ma lo è tre volte-
Valentino è un campione per le sue doti eccezionali di pilota. Ma anche per gli indimenticabili sketch memorabili e celebrazioni goliardiche che hanno segnato la cultura sportiva e popolare in modo indelebile. E per la sua umanità e sensibilità, dimostrate con la tragica scomparsa dell’amico Marco Simoncelli.
Le cinque esultanze più folli e divertenti di Valentino Rossi
Era ancora poco più di un ragazzino quando vinse al Mugello in classe 125. Con la sfrontatezza tipica di un diciassettenne Valentino si regalò un giro di pista extra in compagnia di una “signora”: una bambola gonfiabile denominata “Claudia Skiffer”, un po’ per guasconeria un po’ per dileggiare il collega e amico Max Biagi.
Solo un anno dopo, nel 1998, Rossi e gli amici di Tavullia architettarono qualcosa di sensazionale: nacque il marchio “Polleria Osvaldo”, la mascotte di una polleria che salì in qualità di pupazzo sulla sua moto Aprilia. Da allora i riferimenti al pollo più famoso del motociclismo i non si sono susseguiti senza soluzione di continuità: la sua effige campeggia addirittura all’ingresso del parco a tema recentemente aperto nel paesino natale del campione.
Valentino cresce, ma la sua vena umoristica da “Peter Pan” rimane inalterata, nonostante arrivano sensazionali successi in classe MotoGP prima con Honda e poi con quella Yamaha che lo ha consacrato campione indiscusso. Un momento emblematico in entrambi i sensi risale al lontano 2002: al Mugello due finti vigili multano Valentino Rossi per eccesso di velocità. Sarà solo l’inizio di molte altre “multe”.
Valentino è conosciuto da tutti come “il Dottore” proprio per una delle sue esultanze più celebri: nel 2004 a Barcellona, vinto il GP, vestì il camice con tanto di stetoscopio, e proprio come un medico auscultò la sua Yamaha. La paziente stava benissimo, nonostante una leggera accelerazione del battito.
Arrivato a vincere qualsiasi cosa, Valentino trovò il modo di divertirsi ancora sbizzarrendosi con la cabala numerica: per i 7 titoli mondiali conseguiti in tutte le classi chiamò a partecipare ad una delle sue gag niente meno che Biancaneve e i 7 nani, impersonati dai suoi amici al GP Sepang nel 2005.
Cosa è cambiato dal tragico incidente di Marco Simoncelli
Le buffe e coreografiche esultanze, però, si sono diradate, fino a finire a partire dagli anni dieci del XXI secolo. Non che altri successi nel frattempo non fossero arrivati (basti pensare alla stagione 2013-2014). Semplicemente qualcosa era cambiato. C’è una data chiave. Quel maledetto 23 ottobre 2011.
In quel giorno triste per il motociclismo e drammatico per tutti i suoi affetti, Marco Simoncelli “Super Sic” perde la vita in un rovinoso incidente sul circuito di Sepang. Valentino Rossi e Sic erano molto amici e trascorrevano molto tempo insieme, dentro e fuori dai circuiti.
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“Essere coinvolto nell’incidente è stata una cosa devastante”, ha ricordato Valentino. Un momento molto difficile da superare, lasciato alle spalle a fatica, per amore dello sport e del motociclismo. Dopo anni, prevale il ricordo dei bei momenti trascorsi con Simoncelli. Ma nel frattempo è un po’ passata la voglia di darsi ai gioiosi e indimenticabili festeggiamenti.