Ad un anno dall’accaduto si torna a parlare del caso Viviana Parisi e del piccolo Gioele. Ora la Procura chiede l’archiviazione.
Molti ricorderanno il caso della Dj Viviana Parisi trovata morta l’8 agosto del 2020. Non solo la donna ma poco dopo, il 19 agosto, fu ritrovato il corpo senza vita del figlio Gioele. Un caso che fece molto discutere e che oggi pare sia giunto al termine.
La procura di Patti, Messina, che coordina l’inchiesta, secondo quanto riportato dall’Adnkronos, avrebbe chiesto l’archiviazione al gip. Questo perché sarebbe tutto chiaro e non ci sarebbe nessun caso di duplice omicidio.
Altra novità, sempre riportata dall’Adnkronos, sarebbe quella della restituzione dei corpi alla famiglia così da avere la possibilità di fare i funerali. La dinamica definitiva è spiegata dal procuratore Angelo Vittorio Cavallo all’Adnkronos.
Viviana Parisi: la ricostruzione della procura
Il procuratore in prima battuta ha parlato della dinamica che ha riguardato la donna. Questa si è verificata il 3 agosto tra le 12 e le 20. Viviana, secondo quanto si apprende, si sarebbe lanciata dal traliccio dell’alta tensione in piena autonomia e con l’obiettivo di togliersi la vita.
A rafforzare quanto detto, ci ha pensato il consulente psichiatrico della Procura Massimi Picozzi che ha parlato di problemi psicologici della donna. Dal 3 agosto sono passati 5 giorni prima che il corpo venisse ritrovato.
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Per quanto riguarda il piccolo Gioele, gli scenari presentati sono due. Il primo è quello in cui si vede Viviana che si è tolta la vita dopo aver visto il figlio senza vita una volta arrivata nel bosco di Pizzo Turda. Mentre la seconda, quella che la Procura considera più valida, sarebbe quella che una volta arrivata nel bosco, la donna abbia commesso un figlicidio di tipo “psicotico o altruistico“. Cosa che sarebbe avvenuta, secondo Massimo Picozzi, tramite “strangolamento o soffocamento“. Un caso drammatico che ad un anno di distanza potrebbe vedere la sua conclusione.