Stimolo all’economia e non solo: si parla di un bonus vacanza di mille euro per tutti i cittadini e le cittadine completamente vaccinati.
La campagna vaccinale prosegue, ma il suo incedere si scontra con lo zoccolo duro degli scettici del vaccino e dei no-vax. Parallelamente la stagione turistica ha ripreso vitalità: il rilancio del settore più colpito dalla pandemia Covid-19, dipende proprio dalla tenuta degli indici di contagio abbassati significativamente dalla vaccinazione.
Non deve sorprendere che a qualcuno sia venuto in mente di legare le due questioni, già intrinsecamente connesse, attraverso un bonus. Un sostanzioso bonus da spendere in vacanze in Italia per tutti le cittadine e i cittadini che hanno completato il ciclo vaccinale.
La proposta del deputato di Forza Italia della Commissione Finanze, Sestino Giacomoni, avanzata durante un’audizione con il ministro dell’Economia Daniele Franco sulla riforma fiscale. Di cosa si tratta nel dettaglio? Vedrà mai la luce?
Bonus Vacanza per i vaccinati: in cosa consiste
Giacomoni parla del bonus come di un incentivo fiscale per convincere gli scettici della vaccinazione, arrivando a paragonare chi non si immunizza ad una sorta di evasore che approfitta del senso civico altrui. La proposta sosterrebbe il turismo senza diffondere il contagio (almeno in parte).
La disciplina di questo nuovo bonus vacanze andrebbe ad ampliare quanto già previsto dal governo per promuovere la ricezione turistica. A partire da quanto fatto dal governo Conte nel 2020 per approdare al Decreto Sostegni bis.
Il bonus, valido per tutti i pacchetti turistici, attribuirebbe ad ogni famiglia con ISEE inferiore ai 40.000 euro una cifra di 1000 euro. Si tratta del doppio rispetto alla misura precedente. L’assegnazione avviene con un codice univoco al quale viene associato un QR code da stampare o da esibire dallo smartphone.
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La proposta di Giacomoni non è stata né bocciata né accolta dal ministro Franco durante l’audizione, per una ragione molto semplice. I tempi d’attuazione, ad estate già inoltrata, impedirebbero un’approvazione tempestiva e utile della misura.
