Negli ultimi giorni sta avanzando la voce che il vaccino AstraZeneca fosse in produzione dal 2018. E’ davvero così oppure c’è dell’altro?
Il quotidiano “Open” ha fatto chiarezza in merito alla voce cui il vaccino AstraZeneca fosse in fase di produzione due anni prima dello scoppio della pandemia da Covid-19. Il giornalista David Puente ha sottolineato come gli sia arrivato un messaggio per verificare una foto nella quale si vede la data di produzione sul vaccino che risale al 15 luglio 2018.
Quindi ci troviamo a circa un anno e mezzo prima che il virus fosse scoperto in Italia. Nella foto, resa pubblica dalla testata giornalistica di Enrico Mentana, c’è questa presunta data di produzione che, per i meno esperti, potrebbe apparire veritiera. Ma non è così. Infatti, secondo quanto sottolineato, la data è stata ritoccata.
Una bufala, quindi, alimentata per dare credito alle teorie dei complottisti che non aspettano altro che sottolineare il fatto che dietro alla pandemia c’è un disegno ben specifico. E che quindi non fosse frutto di un evento sventurato che ha colpito il mondo.
AstraZeneca prodotto nel 2018: fake news complottista
Come fa notare “Open”, l’immagine originale mette la data che risale al 2020 e non al 2018 come vogliono far credere. Una data modificata con un programma per fotoritocco, visto che il colore risulta con un nero che ha una tonalità più scura rispetto al resto del testo.
Le foto originali e poi modificate, hanno una data di scadenza a novembre 2020, questo nonostante si è iniziato a vaccinare nel mondo a fine dicembre. Il motivo di questa diversità è che la produzione dei vaccini era partita nel giugno del 2020, quando ormai i test per i vaccini ancit-Covid erano in uno stato avanzatissimo.
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Dunque, David Puente ha sfatato il dubbio sul fatto che il vaccino AstraZeneca circolasse due anni prima che il virus ha iniziato ad infettare le persone. E’ solo l’ennesima trovata dei complottisti, per cercare di attirare più persone possibili e farle sposare le loro idee assurde in merito ai vaccini e alla pandemia.