Il Covid continua a creare problemi a livello mondiale. Intanto Claudio Borghi dice la sua sui vaccini e scatta la polemica.
Nelle ultime ore si sta sviluppando una vera e propria bufera nei confronti del leghista Claudio Borghi, reo di aver messo sullo stesso piano domande sulla vaccinazione e sulla sieropositività per gli LGBT. I malati di AIDS, infatti, sono spesso stati oggetto di discriminazione incontrollata. Sul finire degli anni ’80 persino Lady Diana scese in campo contro il fenomeno e la disinformazione che all’epoca serpeggiava sull’argomento.
Insomma secondo Claudio Borghi, oggi i non vaccinati sono discriminati al pari dei malati di AIDS. Le due cose però sono quanto mai distanti ed incompatibili. Da un lato abbiamo delle persone che al grido di “questo è un complotto” si rifiutano di ricevere l’unica protezione esistente contro il Covid esponendo sé stessi e chi gli è intorno ad una maggiore trasmissibilità dello stesso. Dall’altro abbiamo persone che sfortunatamente hanno contratto una malattia di cui la gente spesso non è adeguatamente indottrinata. Traete voi le conclusioni.
Nei giorni scorsi su Twitter Borghi aveva pubblicato anche una sorta di lungo decalogo contro coloro i quali parlano di Green Pass e nuovo Coprifuoco. Nei vari post il leghista sottolinea di come la popolazione a rischio sia già completamente vaccinata e di quanto siano bassi i tassi di mortalità e di terapie intensive in Italia.
Tutto vero, ma c’è un problema. Basta spulciare i dati degli altri paesi per capire che la situazione non è affatto rosa e fiori. Israele e Inghilterra ad esempio, sino a qualche settimana fa facevano registrare pochissimi casi, ora improvvisamente sono ritornate a livelli altissimi.
Il problema è sempre lo stesso: la facile trasmissibilità del virus. Il Covid passa da persona a persona e nel contempo muta. Più persone tocca e più cambia e può diventare maggiormente aggressivo e soprattutto resistente agli attuali vaccini rendendo vani gli sforzi che hanno fatto gli scienziati nell’ultimo anno.
Insomma più il virus prolifera, più salgono le probabilità che questo si modifichi in una malattia tutta nuova, contro cui non avremmo a questo punto armi per combatterla. Non è un caso infatti che le varianti di cui tanto si parla siano nate proprio in quei paesi che hanno avuto un approccio aperturista o che magari hanno un’altissima densità di popolazione per metro quadrato.
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Il vaccino diventa così l’unico argine affinché il virus non riesca più a passare con una certa facilità da persona a persona. Proprio per questo, mai come in questa pandemia, diventa fondamentale collaborare tra stati per far si che nessuno venga lasciato indietro. Non possiamo permetterci che un paese resti intruppato in questa pandemia semplicemente perché ogni essere vivente malato di Covid può trasmettere facilmente il virus ad un’altra persona a far ricominciare l’incubo.
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