La giovane promessa Larissa Iapichino deve saltare le Olimpiadi di Tokyo a causa di un infortunio. Il web insorge e la paragona ad Andrew Howe.
Il sogno a cinque cerchi per Larissa Iapichino termina con un ultimo salto durante i Campionati Italiani. Una distrazione del legamento deltoideo del piede destro l’è stata fatale. La giovane campionessa si è infortunata sabato 26 giugno, ma solo qualche giorno dopo ha saputo la notizia che non rappresenterà l’Italia alle prossime Olimpiadi di Tokyo.
Per Larissa, figlia di Fiona May e Gianni Iapichino, l’appuntamento per i giochi è solo rimandato a Parigi 2024. Tuttavia, il rimpianto è tanto, visto che l’atletica italiana ha pochi elementi su cui puntare per cercare di arrivare ad una medaglia. “Dovevano tutelarla di più”, si grida sul web per le speranze infrante di vederla saltare a Tokyo.
Ma, le critiche più feroci arrivano al padre Gianni. In molti danno la responsabilità al genitore-allenatore di essere stato troppo superficiale nei confronti della figlia. Tanti lo rimproverano di aver spinto Larissa fino al limite delle proprie capacità fisiche. Un evento che il web ha paragonato all’infortunio di Andrew Howe.
“I genitori devono fare i genitori”, è questo il commento più in voga sui social. Un’opinione generale che arriva dietro il paragone dell’infortunio di Larissa Iapichino con quello di Andrew Howe. Infatti, molti hanno sottolineato la “strana” analogia tra i due atleti italiani.
Andrew Howe, che ad inizio Millennio era una grandissima promessa dell’atletica leggera italiana, ha subito una serie di infortuni che l’hanno costretto a saltare gare fondamentali per la sua carriera sportiva. Anche all’epoca, come per Larissa Iapichino, il dito fu puntato contro la madre René Felton. La donna era anche l’allenatrice del ragazzo, accusata di troppa ingerenza nella vita del figlio.
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Stesso destino che sembra appartenere a Larissa Iapichino, dove è allenata dal padre Gianni. In molti temono che la diciannovenne italiana possa avere la stessa sorte amara del collega, proprio a causa della figura di genitore-allentare che in molti temono.
Tuttavia, la giovane ha scritto di non volersi arrendere e continuare a lottare. “Sono dispiaciuta e amareggiata – scrive Larissa – ma voglio continuare ad essere positiva”. Le accuse sono infatti del tutto infondate e i responsabili degli infortuni dei due atleti non hanno niente a che vedere con il fatto che i genitori sono anche gli allenatori.
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