Dopo l’omicidio di Chiara Gualzetti sono in tanti a puntare il dito contro la serie TV Netflix Lucifer, grande passione dell’assassino.
Quello che è accaduto a Monteviglio è sicuramente qualcosa di orribile. La povera Chiara Gualzetti è stata uccisa da un coetaneo ed è forse proprio questo il particolare più agghiacciante dell’intera vicenda. Due vite spezzate, in modo diverso, ma in ogni caso distrutte.
Non ci sono parole per descrivere questo tipo di dolore. Eppure i media si affannano a riassumerlo in poche righe. Ora però è partita la caccia al colpevole. Un colpevole che fisicamente c’è ed è un ragazzo di 16 anni, amico di Chiara. Proprio quei 16 anni però oggi sembrano troppo pochi per poter compiere un gesto così disumano e così ci si interroga.
Omicidio Chiara Gualzetti: ora si punta il dito su Lucifer
Ci si chiede quindi chi abbia armato quella mano così giovane. I primi a finire sul banco degli imputati in questi casi sono come sempre i genitori. Si sputano sentenze senza nemmeno conoscerli. Allora parte la caccia a nuovi colpevoli e basta qualche post sui social per addossare la colpa di un omicidio ad una serie TV.
Il prodotto in questione si chiama Lucifer e va in onda su Netflix. È sicuramente tra le serie più amate tra i giovani e manco a dirlo vede come protagonista un avvenente Lucifero, che stanco dell’Inferno decide di aprirsi un night a Los Angeles. Il ragazzo che ha ucciso Chiara effettivamente ha ammesso di avere una passione per la serie di Tom Kapinos. Tanto è bastato per farla assurgere a nuovo colpevole.
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Probabilmente nei prossimi giorni ci sarà qualche politico zelante che chiederà di cancellare Lucifer dai palinsesti di Netflix. Si urlerà alla presunta immoralità della serie. Tutto questo per evitare di guardarsi dentro. No, non è stato un prodotto televisivo ad uccidere Chiara, semmai siamo stati un po’ tutti noi. Non gli abbiamo messo a disposizione il mondo che avrebbe meritato. Stiamo costruendo una società fondata sull’odio e la violenza. Non c’è bisogno di affannarsi a trovare un colpevole, questo deve essere il momento del silenzio e della riflessione.