Il papà di Chiara Gualzetti non ci sta, vuole giustizia: secondo lui il giovane assassino mente. Ecco perché ha motivo di crederlo.
Lo sconcertante caso di cronaca nera che vede coinvolti, vittima e carnefice, due quindicenni, assume tinte se possibile ancora più fosche. il papà della vittima, la giovanissima Chiara Gualzetti, ha deciso di intervenire direttamente. Ancora straziato dal dolore per la perdita della figlia, lancia l’allarme.
L’assassino di Chiara, un coetaneo di Monteveglio, in provincia di Bologna, starebbe mentendo. Non ci sarebbe naturalmente nessun “demone” a guidare le sue raccapriccianti azioni, ma neppure i problemi di ordine psicopatologico conseguenti a dichiarazioni simili. Un alibi per lo sconto di pena?
Il padre di Chiara Gualzetti vuole giustizia: le sue parole
L’uomo, Vincenzo Gualzetti, ha dichiarato: «Conosco l’assassino di mia figlia e non ha demoni. Lo conosco il ragazzo, perché ha fatto uno stage con me come elettricista e non ha mai dimostrato quei demoni che racconta di avere. Forse sarà uno dei primi alibi che sta cercando di crearsi».
Il minore sarà probabilmente sottoposto a perizia psichiatrica dalla procura per i minorenni di Bologna. La possibilità che da queste indagini possa emergere un profilo “incapace di intendere e volere”. Questa condizione, andrebbe a mitigare la durezza della pena, e forse anche il carcere.
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Nel frattempo, il racconto del ragazzo si fa ancora più frammentato e confuso. Le diverse versioni del suo racconto lasciano spazio a più di qualche perplessità. «Diceva che voleva morire, lei era infatuata di me ma a me non piaceva», avrebbe raccontato subito dopo il fermo. Nessun “demone”, dunque, compariva in questa prima dichiarazione. Il movente non è ancora chiaro.
La perizia psichiatrica, sostiene la procura, servirà anche ad accertare che le dichiarazioni del giovane siano coerenti e non frutto di un fantasioso e maldestro alibi imbastito per avere sconti da parte della giustizia.