La seconda dose del vaccino Pfizer potrebbe essere stata fatale per un 13enne. La notizia ha sconvolto la famiglia del ragazzino.
La tragedia immane ha travolto una famiglia americana del Michigan: un bambino di 13 anni è deceduto per le complicazioni mediche seguite a tre giorni di agonia, succedutisi all’inoculazione della seconda dose del vaccino Pfizer.
Non si tratta di una correlazione diretta, che è presto per dimostrare. Ma i genitori e i parenti della giovane vittima chiedono che sia fatta chiarezza, una volta per tutte, da parte delle istituzioni e dei riferimenti della sanità statunitense e globale.
Vaccino, i rischi lievi e i casi che destano preoccupazione
L’autopsia condotta sulle spoglie del ragazzino è emerso che la ragione del decesso è riconducibile all’ingrossamento del cuore, circondato da liquidi, che si è espresso nei sintomi tipici della miocardite. Esperienze simili sono state riscontrate anche da altri adolescenti, collateralmente alla vaccinazione.
La famiglia ha ribadito che il ragazzo non aveva problemi di salute che fossero a loro noti e che non assumeva nessun tipo di farmaco. Allo stesso modo importanti, per inquadrare la vicenda, sono le dichiarazioni della zia del giovane: «Sono pro-vaccino. So che è per lo più sicuro. Ma il Center of Disease Control deve indagare su questo. Ci sono stati altri casi di miocardite in giovani che hanno ricevuto la loro seconda dose Pfizer».
Pur nella consapevolezza che la maggior parte dei vaccini sia assolutamente sicura, la vicenda merita chiarimenti e indagini. Per la tutela della salute e delle sicurezza di tutti. E anche per la serena prosecuzione della campagna vaccinale stessa.
Non esiste alcuna correlazione, per ora, tra la morte del ragazzo e l’inoculazione del vaccino. I casi di infiammazione cardiaca in adolescenti e giovani adulti segnalati sono già quasi 1200, per fortuna pochissimi dei quali letali.
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Le istituzioni deputate affermano che per ora i vantaggi superano i rischi connessi ad eventuali effetti collaterali. Questo è indubbio. Ma sarebbe necessario dare qualche rassicurazione più specifica, ed esercitare maggiore accuratezza nello studio dei singoli casi. Per far sì che episodi come questi possano non ripetersi.