Elodie, paladina dei diritti LGBT+, si scaglia contro la Chiesa per le ingerenze sull’approvazione del DDL Zan. Il dettaglio del suo passato.
Era più che certo che Elodie, artista dalla spiccata propensione anti-clericale, esprimesse la sua opinione a proposito delle ingerenze della Chiesa Cattolica nella vita pubblica e politica italiana, questa volta per “rimodulare il DDL Zan“.
Stamattina è infatti arrivata la nota della Segreteria di Stato Vaticana all’ambasciatore italiano. L’intervento della Santa Sede sarebbe teso al dialogo, affinché si possa continuare a svolgere la propria “azione pastorale, educativa e sociale liberamente”. Altrimenti si violerebbe il Concordato.
In molti hanno lamentato il tempismo spiacevole (proprio ora che la legge è vicina all’approvazione) e l’indebita intromissione nella vita politica del paese da parte delle gerarchie ecclesiastiche in temi tanto delicati. Tra questi, figura la cantante italiana.
Elodie contro la Chiesa per il DDL Zan (e non solo)
L’intervento della pasionaria devota alla causa dei diritti LGBT+ è sintetico, efficace e sottile, come si conviene ad una persona che si è già largamente espressa in materia. Proprio lo scorso marzo aveva commentato il rifiuto di benedire le unioni omosessuali da parte delle Curia con parole quali “pazienza, la gente continuerà comunque ad amarsi”.
A corroborare queste prese di posizione, la sofferenza della sorella Fey Di Patrizi. Uno dei suoi affetti più cari che tanto ha sofferto a causa delle discriminazioni per il suo orientamento sessuale. Elodie ha infatti chiamato direttamente in causa la sua famiglia per commentare l’intervento del Vaticano contro il DDL Zan.
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In una storia ancora visibile sul suo profilo Instagram ha scelto un commento lapidario, che ostenta disinteresse più che conflittualità e contrapposizione. «Ringrazio i miei genitori per aver scelto di non battezzarmi». Tutto questo a rimarcare con sagacia che l’intervento della Chiesa fosse improprio e irrilevante.