La provocazione: la Cina premia il laboratorio di Wuhan, al centro dei sospetti per la nascita del Covid, proprio per la lotta alla pandemia.
Qualcuno potrebbe commentare così le ultime che arrivano dalla Cina: “oltre al danno la beffa”. L’Istituto di virologia di Wuhan è stato infatti nominato per il miglior premio scientifico cinese, per di più con elogio speciale rispetto alla gestione e al contrasto della pandemia.
Buona parte del resto del mondo non condivide gli entusiasmi della dirigenza cinese. Da settimane i paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, hanno accolto la possibilità che il Covid-19, sia fuoriuscito proprio dai laboratori della prima città colpita dalla pandemia.
Pechino ha sempre respinto con vigore tali accuse. Forse l’ambito premio arriva oltre che come un riconoscimento scientifico anche come smacco provocatorio agli avversari geopolitici.
Wuhan, colpevole o martire del Covid-19?
Il laboratorio di Wuhan è stato proposto per il 2021 Outstanding Science and Technology Achievement Prize dell’Accademia Cinese delle Scienze. La scienziata soprannominata “donna pipistrello”, Shi Zhengli, ha ricevuto una menzione speciale dal Comitato. Il merito principale: le ricerche in laboratorio sull’animale al centro della catena di zoonosi che ha portato alla nascita del virus come lo conosciamo.
Secondo la Cina, gli scienziati dell’Istituto avrebbero fornito un supporto fondamentale per la prevenzione e il controllo della pandemia. Le opinioni degli osservatori esterni, sono però di tenore diverso rispetto all’entusiasmo.
Prima, i problemi legati al contenimento del virus, diffuso in Cina da novembre, ben prima che la comunità internazionale ne venisse a conoscenza. Poi, le ipotesi di fuga dal laboratorio proprio dalla città di Wuhan.
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Ciononostante, la nomina è arrivata. Nonostante le crescenti speculazioni secondo cui il virus non si sarebbe diffuso naturalmente. Verosimilmente, è proprio questo il punto. La Cina cerca di destituire di fondamento le accuse, per ritrovare credibilità. Basterà?