Ha la sindrome di Down, viene esclusa senza motivo: scoppia la polemica

Una 14enne con sindrome di Down è stata esclusa da una foto di gruppo dell’annuario. La discriminazione innesca la polemica.

Bambina Sindrome di Down (AdobeStock)
Bambina Sindrome di Down (AdobeStock)

L’annuario fotografico scolastico è un vero e proprio rito per le giovani generazioni, per fissare su pellicola traslucida i proprio ricordi di un anno che volge al termine. Farsi immortalare assieme alle proprie amiche e amici è importante per la socialità di bambini e adolescenti.

Privare una bambina di un momento tanto prezioso è crudele e insensato. Se la bambina in questione è affetta da Sindrome di Down, allora si tratta di intollerabile discriminazione da abilismo.

É quanto accaduto negli Stati Uniti, nello stato dei mormoni, lo Utah. Una 14anni iscritta all’ultimo anno della scuola media è stata esclusa dalla foto di gruppo delle cheerleader, con l’inganno. Nel paese è scoppiata la polemica, stavolta per incontestabili e validi motivazioni.

La sindrome di Down è ancora qualcosa da nascondere: la foto della discordia

Per l’annuario di fine anno, il fotografo scolastico ha scattato due foto quasi identiche del team di ragazze cheerleader. Pochissime le differenze tra le due immagini, una sola delle quali sarà pubblicata sull’annuario.

In una delle due, quella esclusa, non è presente la piccola M. A., membro della squadra, con sindrome di Down regolarmente iscritta e parte di tutti gli allenamenti del club di ballo e tifo. Si può solo immaginare le sensazioni di smarrimento e di sconforto di una ragazza appena adolescente che si trova esclusa dalla testimonianza fotografica di pomeriggi trascorsi con le sue amiche.

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L’Istituto, letteralmente sommerso dalle polemiche partite via social ha deciso di utilizzare la foto con M.A per la ripubblicazione su carta e sui canali mediatici, scusandosi per l’accaduto. Sarebbe stato “solo un errore”.

Ma ci sono tutti i motivi per ritenere questa esclusione del tutto intenzionale. La famiglia ne è convinta, anche perché non si tratta della prima volta: la bambina era già stata esclusa dall’elenco delle classi in precedenza. Insomma, una stori che dimostra quanta strada ancora si debba percorrere per combattere ogni discriminazione.

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