In Italia, nel 2020, si è registrata la mortalità più alta dal dopoguerra. 100.000 decessi in più secondo i dati Istat, a causa del Covid.
Il rapporto congiunto tra Istituto di Statistica (ISTAT) e Istituto Superiore di Sanità (ISS) sull’impatto del impatto del Covid-19 in Italia nel 2020 è più che altro uno spaventoso bollettino di guerra.
La mortalità registrata nel nostro paese è la più alta dagli immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale. Le vittime sono infatti più di centomila. L’arma vincente che hanno risolto questo etereo conflitto sono indiscutibilmente i vaccini, con una diminuzione importante della mortalità nel 2021. Ecco cosa rivelano i dati.
Le vittime del Covid sono soprattutto anziani nella fascia d’età 65-79 anni, ma questo era già noto. Le vittime che rientrano in questa categoria anagrafica sono però 1 su 5, in prevalenza uomini.
Come già detto, nel 2020 è stata registrata nel nostro paese la più alta mortalità dagli anni del dopoguerra. Le cifre esemplificano questo concetto in modo meno prosaico: nell’anno della pandemia i decessi sono stati 746.146, ben 100.526 in più rispetto alla media del periodo 2015-2019.
Le regioni che riportano gli aumenti percentuali più significati più alti si trovano tutte al nord. Sono Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia e Trentino. Ma il Sud non è stato di certo risparmiato, soprattutto durante la seconda ondata. La guerra contro il Covid ha causato dolore e sofferenze inimmaginabili, con conseguenze psicologiche e di esclusione sociali ancora da calcolare. La fotografia Istat lo palesa con l’implacabile freddezza dei numeri.
Ma ci sono anche dati positivi, che riguardano l’arma segreta dei vaccini, che si conferma il modo più efficace di contrastare la pandemia. Il rischio di decesso, infatti, si riduce del 95% a partire dal secondo mese dopo la somministrazione della prima dose di vaccino. La vaccinazione ha portato quindi ad una notevole riduzione dei rischi più gravi.
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Nel 2021 si è infatti registrato un brusco calo in termini percentuali dei contagi Covid registrati tra la popolazione, specie quella più anziana. L’azione congiunta della campagna vaccinale e delle misure di prevenzione hanno arrestato la trasmissione dei contagi, salvando migliaia di vite appartenenti alle categorie più a rischio.
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