Marco Simoncelli ha perso la vita in pista nel 2011. Dopo il caso Dupasquier, il padre è tornato a parlare con parole strazianti.
L’evento che ha segnato profondamente la vita di Marco Simoncelli si è verificato il 23 ottobre 2011 in Malesia. Probabilmente tutti gli appassionati di motociclismo se lo ricorderanno ancora.
Simoncelli era un pilota in forte ascesa ma quella maledetta giornata è stata l’ultima su una pista di Moto GP. Quanto accaduto ha scosso tantissimo i piloti ma anche tutto lo sport italiano. Infatti ha avuto una grande risonanza mediatica con una partecipazione per la cerimonia dei funerali di oltre 25 mila persone.
Il caso Dupasquier ha portato, dopo tanto tempo, a parlare il padre di Simoncelli, Paolo Simoncelli che ha raccontato un episodio recentemente accaduto. Un episodio che fa capire quanto il dolore sia ancora vivo.
Parla il padre di Simoncelli: il dolore è ancora presente
L’incidente drammatico accaduto a Dupasquier ha portato alla ribalta quanto successe a Marco Simoncelli. Il padre del pilota italiano ha parlato con parole davvero importanti. Ha parlato del minuto di silenzio che per lui va rimosso perché il quel minuto ti sale l’angoscia e non serve se poi dopo si accendono i motori.
La morte del pilota svizzero è stata una sorte di déja vu per Paolo Simoncelli. Lui meglio di tanti altri comprende il dolore che staranno provando i genitori dello svizzero. Sa che i luoghi in cui il figlio si divertiva smettono di esistere perché ti ritrovi in un’altra realtà e ti importa nulla di quello che accade intorno.
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Ma la cosa più importante del suo discorso è un aneddoto che lascia di stucco: “Sono stato male. Pensavo e ripensavo al trauma cerebrale che aveva subito Jason. Se fosse sopravvissuto, nella migliore delle ipotesi sarebbe rimasto attaccato a una macchina. Fino a ieri mi credevo fortunato, perché il mio Marco era morto subito. Ma quando ho visto la carezza di un mio caro amico al figlio sulla sedia a rotelle dopo un incidente in motocross avrei voluto che anche il mio Marco fosse finito così. Sarebbe stato ancora con me.” Parole molto pesanti che ci fanno capire come alcuni eventi non riescono mai ad andare via ma vivono per sempre con noi.