Nel giorno delle celebrazioni per la festa della Repubblica la Foibe di Basovizza è stata vandalizzata con alcuni manifesti. Un oltraggio.
L’esodo dei civili di etnia italiana dagli ex territori dell’Istria e della Dalmazia rappresenta una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro paese. La giornata della del ricordo delle vittime delle foibe, che si celebra ogni 10 febbraio, vede riunirsi nelle commemorazioni autorità italiane, croate e slovene.
Questo clima di consapevolezza e di concordia non si è registrato ieri, nel giorno della festa della Repubblica. Presso il sacrario della Foiba di Basovizza, dove hanno trovato la morte forse centinaia di italiani, sono stati rinvenuti volantini e affissi manifesti.
Il contenuto di questo materiale, è un oltraggio alla memoria, così faticosamente ricostruita e condivisa.
I manifesti della vergogna, un oltraggio all’Italia
Italija dreka, Trst je svobodno, ovverosia: “Italia m*rda, Trieste è un territorio libero“. Questa la frase, scritta in lingua slovena, che riportano i documenti rinvenuti a Basovizza. Tra i due periodi, campeggia l’eloquente raffigurazione di un escremento cromaticamente identico al tricolore italiano, con tanto di ironica coccarda.
A dare la notizia, Sandra Savino, deputata di Forza Italia e capogruppo del partito in Friuli Venezia-Giulia e Alberto Polacco, capogruppo di FI a Trieste. Entrambi hanno espresso il proprio sdegno in una nota congiunta: «Ancora una volta infami infangano la memoria delle vittime delle foibe […] in occasione della più importante solennità civile italiana».
Indiscutibilmente una mancanza di empatia, oltre che di rispetto, verso i morti. Un gesto premeditato, i cui possibili autori sono ancora ignoti, che assume connotati grotteschi, volgari e rivoltanti. L’oltraggio ha suscitato la reazione della politica, pressoché unanimemente indignata.
A prescindere da ciò, gli esponenti di Forza Italia sono pronti a mandare nelle prossime ore una lettera a Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, affinché “il governo italiano chieda conto al suo omologo sloveno del ripetersi di questi vergognosi attentati alla memoria e alla verità”.
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Dell’oltraggioso messaggio d’offesa, si può condividere solo l’ultima parte. Crocevia di popoli e culture, Trieste è un territorio libero, e lo è sempre stato. Ma solo nel reciproco e rispettoso ricordo delle atrocità commesse a danno di tutti gli innocenti negli anni tragici della seconda guerra mondiale e del nazifascismo.