L’Open Day di Bologna per il vaccino Johnson&Johnson è degenerato nel caos, tra interminabili file e una ressa sfiorata. Ecco cosa è capitato.
Una chilometrica coda di persone in fila, che unisce in una catena umana mai vista prima Piazza Costituzione, passando per via Aldo Moro, e le storiche via Calzoni e via Stalingrado, si estende nel cuore di Bologna. No, non si tratta della fila una delle celebri manifestazioni culturali, sociali o politiche che da sempre animano il capoluogo emiliano-romagnolo.
Bensì, dell’Open Day all’hub della Fiera, che offriva le somministrazioni del vaccino monodose Johnson&Johnson, messe a disposizione dalle 8 del mattino alle 19. L’evento era aperto solo ai residenti.
Ma a quanto pare, l’organizzazione dell’evento non è stata comunque capace di tenere il passo della straordinaria partecipazione e di gestire la situazione al meglio. I disagi sono stati notevoli.
Ad anelare alla somministrazione della singola dose sono stati soprattutto i cittadini e le cittadine più giovani, arrivati con la speranza di ricevere il vaccino per il quale altrimenti l’attesa sarebbe ancora lunga. Alcuni di loro erano così determinati che avevano deciso di passare la notte precedente al primo giugno in fila, sfidando anche il coprifuoco.
L’Ausl Bologna aveva in realtà messo a disposizione “solo” 1200 dosi del vaccino. Poi, la sorpresa, fin dalle prime luci del mattino seguente. La coda di spropositate dimensioni di cui sopra.
Per far fronte all’incresciosa situazione, l’Azienda ha raddoppiato le dosi Johnson&Johnson a disposizione per l’Open Day, arrivando ad un totale di 2400 dosi. Ma non è comunque bastato. La ressa è stata inevitabile.
Le prenotazioni non erano necessarie, e dunque le persone si sono presentate in massa. Molta tensione, quasi degenerata in rissa aperta, si è creata per la gestione della fila. Non sono bastate le raccomandazioni di rispettare l’ordine in base all’orario di arrivo e di astenersi da ogni rimostranza o assembramento una volta conclusa l’assegnazione degli accessi per i 2400 destinatari.
Molte persone avrebbero cercato di saltare la fila, incontrando la reazione degli altri presenti, tra insulti e spintoni. Sono dovute intervenire addirittura le forze dell’ordine. Il caos ha provocato lungaggini e disservizi, per i quali l’USL e la Regione, altre al sindaco Merola, hanno chiesto scusa.
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Bisognerà aspettare altri Open Day (già programmati) per gestire l’entusiastica adesione in modo migliore.
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