Si continua a parlare del caso Denise Pipitone. Secondo un ex ufficiale delle forze dell’ordine sarebbero stati commessi degli errori.
Continua ad infiammare l’opinione pubblica il caso di Denise Pipitone. In particolare in tanti si domandano se 17 anni fa è stato fatto tutto il possibile per trovarla. Come sappiamo, nei casi di sparizione le ricerche si complicano sempre di più ad ogni minuto che passa.
L’impressione è che nei primi giorni si siano battute le piste sbagliate. Il grande clamore mediatico dei primi giorni inoltre se da un lato ha aiutato, da un altro punto di vista ha anche un po’ inquinato eventuali prove.
Denise Pipitone, il mistero s’infittisce
Questa mattina, durante la trasmissione Mattino Cinque, un ex ufficiale delle forze dell’ordine, che però ha chiesto di restare anonimo, ha raccontato la sua versione di quelle indagini: “C’è una mancanza di piste. Al commissariato c’erano delle teste cercanti, ma non pensanti. Non avevano proprio idea di dove andare a cercare la bambina. In questi casi non si può tralasciare niente. Non è che non è stata cercata, ma non è stata cercata bene questo si. Credo che non l’hanno cercata nel posto giusto”.
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L’uomo ha poi proseguito: “Il posto giusto dove cercare la bambina è da individuare nelle carte che già ci sono. Chiunque commette un reato lascia qualcosa di sé sulla scena del crimine. Bisogna solo individuarlo. Secondo me il sequestro della bambina doveva essere utile a qualcosa, doveva servire come merce di scambio. Secondo me è viva e si trova in qualche parte del mondo dove nemmeno conoscono la tv italiana”. Insomma le accuse sarebbero piuttosto pesanti e vedrebbero imputate proprio quelle persone che dovevano occuparsi all’epoca di trovare Denise Pipitone.