Luca D’Alessio, in arte LDA, figlio di Gigi D’Alessio, ci ha raccontato in esclusiva i suoi sogni per il futuro con Sanremo sullo sfondo.
Luca D’Alessio è figlio del noto cantante partenopeo Gigi D’Alessio. Nonostante la giovane età (18 anni), ha già all’attivo alcuni singoli lanciati in rete che hanno fatto registrare numeri importanti. A dispetto di quanto si possa pensare però, il cantante napoletano ha deciso sin da subito di dare un taglio netto con l’ingombrante papà per quanto concerne l’ambito professionale, cercando di trovare da solo la propria strada.
Come nome d’arte utilizza l’acronimo LDA per distaccarsi dal cognome D’Alessio. Come ha dichiarato a più riprese, in questi anni ha provato a costruirsi da solo, senza mai chiedere scorciatoie al famoso papà. Anche nello stile musicale ha scelto una strada completamente diversa dal famoso melodico di Gigi.
Luca D’Alessio, infatti, fa principalmente R&B, ma quando può si diletta anche in altri generi come il Reggaeton. Ad esempio a fine 2020 è uscito con un nuovo singolo in collaborazione con il cantante Astol. Noi di CheNews.it abbiamo intervistato LDA chiedendogli delle sue aspirazioni per il futuro.
Quando hai capito che volevi fare il cantante?
Sin da bambino ho sempre cantato in casa, facevo un po’ le cover di tanti artisti. Io però giocavo a calcio ed ero anche abbastanza bravo. Però cantavo negli spogliatoi, a casa, prima di andare a dormire, sotto la doccia. Avevo 4-5 anni, però l’ho capito a 14-15 anni che doveva essere la mia strada.
Tu hai studiato musica?
Ho fatto 4-5 anni di pianoforte, poi mi sono fermato perché mi sono appassionato più alla scrittura e al canto. Sono consapevole però che devo ricominciare a studiare almeno uno strumento tra chitarra e pianoforte. Al momento stavo pensando alla chitarra più che il pianoforte perché i miei pezzi sono molto improntati su quel genere lì.
Con la scuola come va? Riesci a far conciliare le due cose: musica ed istruzione?
Ora sono al 5° anno, tra poco devo fare l’esame. Manca poco quindi, poi penso che comincerò a frequentare il conservatorio e magari qualche scuola di produzione e poi un’altra cosa che ancora non posso dire. Mi concentrerò al 100% sulla musica dopo aver terminato il Liceo Scientifico.
Per quanto riguarda il conservatorio pensi di fare lo stesso di papà a Napoli?
Penso di si, quello a Napoli. Non me ne vorrei andare da qui perché mi piace veramente tanto.
Il cognome D’Alessio sinora è stato più un peso o una spinta?
Sicuramente ha i suoi pro e i suoi contro. All’Inizio mi vedevano sempre come “il figlio di”, finché non ho deciso di cambiare nome in LDA. Ho voluto far capire che io sono un’altra cosa rispetto a quello che fa papà. Siamo due stili differenti, due tipi di scrittura diversi. Siamo il giorno e la notte nella musica. Sto cercando di far allontanare sempre di più questa etichetta e ormai la gente mi segue perché sono LDA e non perché sono Luca il figlio di Gigi D’Alessio.
Musicalmente quali sono i tuoi idoli?
Internazionali Justin Bieber e Bruno Mars. Tra gli italiani, invece, oltre mio padre, perché lo reputo uno degli autori migliori. Non perché è mio padre, ma perché oggettivamente è così. Mi piace CoCo, esco pazzo.
Senti so che papà l’11 giugno uscirà con un nuovo album, ci sarà anche una tua collaborazione all’interno?
In realtà questo non si può ancora dire, potrebbe essere, oppure no chissà.
I ragazzi che fanno il tuo genere di solito guardano Sanremo con diffidenza, per te invece è un obiettivo futuro?
Per me sarebbe un trampolino di lancio. Non capisco perché determinati artisti guardano Sanremo con diffidenza. Quello è il palco più importante che abbiamo in Italia e secondo me va sempre rispettato. Non tutti però ci possono arrivare. Forse quelli che ne parlano male lo fanno perché non ci possono arrivare. Io ho grande stima per quel palco e non vedo l’ora di salirci se mai dovesse capitare. Però diamo tempo al tempo. Sinora io non ci ho mai provato ad andarci.
L’essere nato a Napoli ti dà una marcia in più musicalmente?
Assolutamente si. Napoli è una città che ti abbraccia e ti accoglie. Ultimamente la scena napoletana si sta prendendo tutto. Piano piano abbiamo fatto capire la nostra idea musicale al resto d’Italia e ora ci guardano con un occhio diverso.
Io non faccio rap, però i rapper napoletani sono fortissimi e li ritroviamo nei dischi dei rapper più famosi d’Italia. Nell’R&B e nel Pop abbiamo tantissimi artisti bravissimi. Per esempio c’è Federico Di Napoli che è ancora poco conosciuto, ma veramente bravo. Andrea Sannino ad esempio ha una voce pazzesca.
Sannino è partito con i musical, quella è un’esperienza che ti piacerebbe fare?
I musical a me piace più vederli, non mi ci vedrei a farli. Non penso che farò mai un musical. Come esperienze invece non so perché vorrei fare così tante cose che al momento non saprei cosa risponderti.
Gli hai mai fatto sentire un tuo pezzo a papà e lui te lo ha stroncato?
Si è capitato. Su 36 pezzi che ho 2 me li ha bocciati, però dai è una buona media.
È mai successo il contrario?
Qualche volta è capitato che qualche sua canzone non mi è piaciuta. Capita però, soprattutto con uno come papà che ha scritto migliaia di canzoni. Può capitare che 2-3 non ti fanno impazzire.
Nella svolta giovanile che ha avuto Gigi D’Alessio negli ultimi anni c’è un po’ il tuo zampino dietro?
Mi ci sono messo molto dietro. Gli faccio sentire sempre cose nuove, ci confrontiamo. Penso di si, non lo ammetterà mai però penso di si.
Senti come è il rapporto con i tuoi fratelli? Cosa ne pensano del fatto che stai percorrendo questa strada?
Molto bello. Fortunatamente siamo una famiglia molto affiatata, ci vogliamo tutti bene, c’è stima reciproca. Ognuno ha intrapreso strade diverse. Io la musica, Claudio fa altro, Ilaria altro ancora. Andrea invece è ancora molto piccolino, poi vedremo cosa vorrà fare. Però ci vogliamo molto bene, abbiamo un rapporto bellissimo. Faccio sentire le mie canzoni anche a loro. Claudio ad esempio è un mio grande fan. Gli piacciono le cose che faccio.
Ti va di raccontarci il procedimento che usi per scrivere una canzone?
Di solito parto dalla base strumentale, dal bit. Faccio le linee melodiche sopra e poi adatto le parole sulle linee melodiche che ho fatto. Altre volte invece che sono particolarmente ispirato mi metto fuori al balcone e scrivo tutto quello che mi passa per la mente. Non ho un processo che utilizzo per ogni canzone. Ci sono pezzi che nascono in 5 minuti, altre che ci metto una settimana o un mese. Poi per esempio è capitato l’altro giorno che ho ripreso a lavorare sopra ad una canzone un anno dopo. Dipende da come sto in quel momento.
So che fai spesso staffetta tra Napoli e Roma. Dove ti trovi meglio?
Sicuramente Napoli. Io sono innamorato perso di questa città. Certo riconosco che ci sono tante cose che non vanno bene in questa città. Ti toglie qualcosina, però ti dà anche veramente molto, ti insegna a vivere. Tu a Napoli conosci cosa è la ricchezza affacciandoti alla finestra e conosci la povertà girando per i vicoli, andando a Scampia. Lì conosci veramente le persone. Io penso che questa cosa non abbia prezzo.
Certe volte mi sono sentito uno schifo perché magari vedi una persona che lavora tantissimo dalla mattina alla sera, mentre io ho la fortuna di affacciarmi e vedere quello che vedo. Ci sono delle realtà che secondo me tutti devono vedere, capire e scoprire.
Hai qualche nuovo progetto in uscita?
Ho 36 pezzi, però stiamo capendo cosa fare. Può darsi che verso agosto settembre uscirà un singolo però non lo so ancora. Poi spero di andare a Sanremo Giovani e poi un album. Questo è il film mentale che mi sono fatto, poi non so se andrà così. Vorrei andare a Sanremo l’anno prossimo.
Sono stato stupito e molto contento della vittoria dei Maneskin all’Eurovision Song, non me l’aspettavo. Il loro pezzo mi piaceva. Loro sono bravi, sono usciti da un talent e in questi casi vieni sempre visto con un occhio strano. Non dovrebbe essere così, io sono molto contento perché penso che siano molto bravi.
Tolta la musica che resta di Luca? Cosa ti piace fare nella vita di tutti i giorni?
Mi piace molto giocare a ping pong e calcio. Non tifo Napoli, non dico cosa tifo, però ti assicuro che non è Juventus. Mi piace anche molto cucinare. Faccio una vita molto normale, esco con gli amici, prendo una birra o un caffè con loro. Prima giocavo tanto alla PlayStation, anche troppo, ora invece non più.
In cucina chi è più bravo a cucinare tra te e tuo padre?
Per adesso è più bravo papà, ma solo per l’esperienza. Tra qualche anno vado io come giudice di MasterChef (ride ndr). Mi piace molto come programma, lo guardo e mi interesso dei piatti che escono, ci sono ragazzi davvero molto bravi. Ogni volta che lo vedo mi viene fame e mi viene voglia di mettermi ai fornelli cercando di fare sempre meglio.
Io sono fatto così anche nella musica. Quando sento qualcosa devo cercare di fare meglio, vedo tutto come una sfida. Sono molto competitivo, anche con me stesso.
Dove ti vedi tra 10 anni?
Tra 10 anni mi vedo allo Stadio Diego Armando Maradona.
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