Arrivano altre novità sul caso Denise Pipitone. L’ex PM Angioni ha raccontato che altri inquirenti seguivano le loro mosse.
Continuano ad emergere degli inquietanti retroscena sulla vicenda di Denise Pipitone. In tanti si sono chiesti in questi giorni perché durante l’inchiesta vi sono state alcune clamorose dimenticanze. La gestione di tutta la vicenda è apparsa ai più strana e farraginosa.
Poco fa a Mattino Cinque, l’ex PM Angioni ha fatto delle dichiarazioni davvero clamorose, che potrebbero cambiare per l’ennesima volta le carte in tavola. Per prima cosa si è affrontato il tema della famosa intercettazione ambientale fatta a due uomini vicino ad un motorino che parlano di portare Denise fuori paese.
Denise Pipitone: la ricostruzione dell’ex PM
La cosa inquietante però è data dal fatto che in quel punto ci doveva essere in funzione una videocamera messa lì dagli inquirenti, che non si sa perché, proprio quel giorno, era stata spenta. L’Angioni ha riferito di non aver mai dato mandato di chiudere le riprese e di essere anche lei all’oscuro di quanto accaduto.
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Non è tutto però perché l’ex PM ha raccontato anche un inquietante aneddoto legato al maresciallo Di Girolamo: “Su mia disposizione doveva mettere una cimice nel quartiere storico di Mazara del Vallo per ascoltare le conversazioni della cerchia di Jessica, ma ha dovuto desistere dal farlo. Era andato da solo, doveva essere un’attività segreta, ma si è accorto che veniva pedinato da altri inquirenti. Anche io ho avuto la sensazione di essere seguita nei miei movimenti”. Insomma dichiarazioni forti, che se confermate da prove potrebbero portare a nuovi sviluppi nelle indagini. Come sempre speriamo che Denise Pipitone riesca a trovare la strada di casa.