La variante Covid nata in India preoccupa la Capitale e la comunità indiana che vive a Roma. La situazione è fuori controllo?
Nonostante i progressi nella diffusione e nel contrasto al Covid-19, la variante indiana, continua a preoccupare. Il paese asiatico nel quale è nato e si è diffuso è stato messo in ginocchio dal dilagare dei contagi, causati da un virus più virulento e con una doppia mutazione.
In Italia, la variante indiana è probabilmente giunta con il volo AI 1123 atterrato lo scorso 28 aprile a Fiumicino da Nuova Delhi. Per ora non aveva causato focolai di diffusione preoccupanti. La situazione di Roma, però, pare essere decisamente più complessa. Nello specifico, preoccupa proprio la situazione della nutrita comunità indiana della Capitale.
La comunità indiana di Roma conta circa 16.000 persone, che abitano quartieri come l’Esquilino, il Prenestino, Piazza Vittorio, Tor Pignattara e Torre Angela. La paura dei residenti di origini indiana e non solo è quella di venire contagiati dai connazionali rientrati a Roma dall’India. I voli tra i due paesi sono stati vietati dal governo due settimane fa, ma nel frattempo la variante potrebbe già aver avuto modo di diffondersi.
Nonostante i tentativi di tracciamento promossi dalla stessa comunità e le rassicurazioni che arrivano in merito dalla Regione Lazio, nelle ultime ore stanno preoccupando l’ondata di ricoveri che si riferisce proprio ai cittadini e alle cittadine italo-indiane nei principali poli ospedalieri di Roma.
Non bisogna gridare all’untore o farsi prendere dall’isteria. La situazione è ancora sotto controllo e difficilmente si può parlare, in questo momento, di “allarme variante indiana” su scala nazionale. Tuttavia, l’altissima contagiosità del Covid mutato suscita forti preoccupazioni in merito ad una possibile crescita esponenziale dei contagi, già dilagati presso alcune comunità.
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La variante indiana è particolarmente pericolosa anche per un altro motivo: solo due dosi di vaccino proteggono sufficientemente dai sintomi di un contagio da Covid-19 “mutato”. Senza richiamo, con una dose di Pfizer, si sarebbe infatti protetti solo al 17%. Bisogna tenere alta la guardia.
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